ORVIETO – Gli uffici tecnici comunali hanno avviato i controlli sulla piscina del sindaco. Lo ha riferito ieri pomeriggio in consiglio comunale lo stesso primo cittadino sottoposto per un’ora circa – il tempo del question time – ad un fuoco di fila di domande, per gran parte inerenti la questione della piscina nella sua abitazione in località Tamburino. C’è da dire che Concina continua a trattare la materia come se non lo riguardasse direttamente, essendo la proprietà intestata alla moglie (e al figlio di lei).
“Da assessore all’Urbanistica e da sindaco” e pur interpretando la polemica nell’ambito di una “strategia elettorale”, Concina ha dato comunque conto della questione, su sollecitazione del capogruppo del Pd Giuseppe Germani. Per prima cosa ha riferito della lettera recapitata giusto ieri con la quale gli uffici tecnici comunali, “di loro iniziativa”, danno il via agli accertamenti per chiarire la vicenda “che – ha detto il sindaco – non era un segreto per nessuno”. Il primo cittadino ha anche aggiunto che qualche giorno dopo le “esternazioni” dell’ex assessore Brugiotti “ad abundantiam” ha scritto lui stesso “agli uffici perché facessero tutti gli accertamenti del caso”. Nel clima di tensione, reso tale anche dalla presenza dell’ex assessore Brugiotti in sala, si è inserito quindi il consigliere del gruppo misto, Roberto Meffi, con considerazioni che hanno fatto scaldare i banchi dell’opposizione.
Meffi ha polemizzato sulle commistioni tra politica e urbanistica (ricordando i conflitti di interesse che avrebbero costretto molte volte i consiglieri del centrosinistra ad uscire dall’aula) e ha sollecitato una ricognizione sull’intera area archeologica in località Tamburino e non solo sulla proprietà del sindaco.
L’opposizione ha reagito stizzita ricordando a Meffi il suo ruolo di presidente della commissione speciale d’indagine sull’urbanistica, commissione che di fatto non si è mai attivata in nessun senso.
Quanto a Brugiotti, presente in sala, il sindaco non ha rinunciato a dire che averlo scelto come assessore (sulla base di un curriculum di tutto rispetto, ha specificato) è stato “il più grande errore” della sua vita. “Dal giorno dopo – ha detto Concina – ho iniziato a ricevere foto e lettere anonime sulle quali ho discusso con l’assessore per mesi e di cui non riferirò i contenuti. Poi sono intervenuti contrasti tra assessori”. “Il sindaco dica chiaramente di cosa parla o lo denuncio per diffamazione” ha sobbalzato sulla sedia Brugiotti.