Gentile Sindaco,
Oggi, martedì 18 giugno, il presidente decaduto di un consiglio di amministrazione decaduto, ha convocato una riunione del suddetto Consiglio per deliberare su alcuni punti che non possono in alcun modo essere ritenuti di “ordinaria amministrazione”, proponendo di trattare i temi che riguardano direttamente il futuro dello stesso.
Stiamo parlando della vicenda del Centro Studi Città di Orvieto che come è noto a tutti, e soprattutto a Lei, è stato oggetto di un grande movimento in città a partire dalla proposta di scioglimento dello stesso portato dalla sua maggioranza in discussione del Consiglio Comunale, ormai molti mesi fa.
Quella discussione portò alla decisione condivisa da maggioranza e minoranza, di approfondire l’argomento attraverso un lavoro che è stato svolto da una commissione ad hoc nominata dallo stesso Consiglio Comunale.
Altrettanto noti sono i risultati a cui la commissione è giunta, cioè alla presentazione di due opposte relazioni, una di maggioranza che caldeggiava la chiusura in tempi il più rapidi possibili, l’altra di minoranza che -portando numerosi dati scientifici a sostegno delle proprie tesi – proponeva invece il rilancio di questo asset economico individuando anche ipotesi realistiche per il recupero pianificato del debito, senza interventi finanziari dell’amministrazione comunale.
Nonostante la delibera Consiliare prevedesse di ritornare in Consiglio per discutere i contenuti delle due relazioni prodotte dalla commissione di studio (parliamo degli ultimi giorni dello scorso anno) e prendere le relative decisioni, ciò non è stato consentito dalla attuale maggioranza consiliare, e la discussione sul futuro del Centro Studi è stata deliberatamente censurata dalla sua giunta e dalla sua maggioranza Consiliare.
Nel frattempo, il Centro Studi (o meglio, come scrive il Prof. Scattoni) “fra stipendi non riscossi e non piacevole incertezza sul futuro, il piccolo gruppo (direttore, tecnico informatico e due impiegate con compiti di tutorato) che gestisce il Centro Studi ha permesso che le iniziative più importanti potessero procedere. Se oggi nel centro storico risiedono 90 studenti e una ventina fra docenti e loro familiari della University of Arizona, lo si deve a loro e al ruolo giocato dal professor Claudio Bizzarri. Una qualificata attività che porta non poche risorse a Orvieto.”
Quindi questa vituperata struttura, continua a produrre ricchezza per la città. E non è poco, data l’attuale contingenza economica che anche Orvieto vive.
In tutto questo, con la sua abituale “informale leggerezza “, en passant, come forse le piacerebbe dire, lei invita le forze di minoranza consiliare, tramite una breve e scarna mail personale, ad indicare il nominativo di una persona di nostra rappresentanza che faccia parte del CdA.
Ebbene, le chiediamo di farsi garante della legittimità degli atti di una struttura di cui il Comune di Orvieto è socio di maggioranza, se proprio non ritiene necessario rispettare un processo democratico di confronto e di condivisione a cui peraltro fa fin troppo spesso riferimento lamentando una nostra presunta indisponibilità (o incapacità ) a presentare proposte costruttive, su questo come su altri temi.
Il nostro rappresentante in seno al consiglio del CSCO, è individuato e disponibile a fare la propria parte, ma non ad essere un numero insignificante all’interno di una maggioranza che evidentemente ha già un disegno che non ci è dato sapere.
La discussione sul possibile futuro del Centro Studi deve tornare in Consiglio Comunale, come indicato dallo stesso. Non è legittimo altro percorso, dato lo svolgersi degli eventi.
Soltanto successivamente potrà essere insediato un nuovo Consiglio con un preciso mandato da realizzare.
Le chiediamo di annullare la convocazione del decaduto consiglio di amministrazione, di convocare al più presto un Consiglio Comunale per una disamina ed una discussione delle due relazioni presentate dalla commissione di studio, dopodichè si potrà eventualmente procedere all’insediamento degli organismi legittimati a lavorare per un rilancio, o una trasformazione, o alla chiusura del CSCO.
Le chiediamo di non delegittimare ulteriormente il lavoro del Consiglio Comunale di cui lei è garante.
I gruppi consiliari di PRC PD PSI