Perché il mondo ha tanta paura della sofferenza? Perché ha così bisogno di chiudere una ferita. Forse perché sconvolge la vita, le nostre visioni, i nostri progetti. La sofferenza chiede amore, tanto amore, e non è facile amare così”.
Queste le parole con cui Antonio Socci, tra gli ospiti più attesi dell’VIII Edizione del Festival Internazionale di Arte e Fede, introduce il suo libro “Lettera a mia figlia” che presenterà, venerdì sera a Bolsena alle 21.00, presso la Basilica di S. Cristina.
Antonio Socci racconterà il dramma improvviso che ha colpito la sua primogenita Caterina, nel 2009, quando è entrata in coma, dopo un inspiegabile arresto cardiaco.
“Tutto sembrava perduto – dice commosso l’autore. A me ed alla mia famiglia restava solo il grido di una preghiera. E Caterina si è risvegliata dal coma”.
“La gioia per questo miracolo – rivela ancora Socci – è stata messa alla prova dall’enormità dei problemi che Caterina si è trovata ad affrontare. Tuttavia la forza e la fede con cui ha percorso quel cammino, così duro, sono stati travolgenti per me. Con lei ho scoperto la bellezza di un mondo sconosciuto, eroico e affascinante, fatto soprattutto di giovani, che sono la “meglio gioventù”.
“Un piacere e un onore avere ancora Socci con noi – dice il direttore Alessandro Lardani”. Antonio Socci, infatti, già nel 2009 aveva presentato la sua “Indagine su Gesù” al Festival.
“La manifestazione, quest’anno, è arricchita dall’incontro con persone che l’amore di Gesù Cristo ha reso capaci perfino di sacrificare silenziosamente la propria esistenza – aggiunge Lardani. Storie di persone che hanno scelto di intraprendere un cammino e che lo hanno portato a termine, con un coraggio ed una letizia più forti del dolore e della morte”.
Una di queste è stata Chiara Corbella, la ragazza romana morta, l’estate scorsa, per un tumore che non aveva voluto curare nei mesi della gravidanza. A raccontarla, sempre domani sera a Bolsena alla Basilica di S. Cristina, il marito Enrico Petrillo.
Sabato sera, alle 21.30, invece, a condurre il pubblico in un percorso di musica e fede sarà Amedeo Minghi, con il concerto-opera “I cercatori di Dio”.
Un viaggio che l’artista intraprende in compagnia di alcuni “giganti della fede”, testimoni credibili della storia dell’umanità: Abramo, Cristo, Maria, Paolo di Tarso, Francesco d’Assisi, Padre Kolbe, Madre Teresa, Giovanni Paolo II e Padre Pino Puglisi.
Il concerto vede la collaborazione dell’orchestra “I ricordi del cuore”, del soprano Fabiola Trivella, la regia di Federico Moccia e la produzione di Gioacchino Rispoli.
“Un Festival ricco ed emozionante – conclude Lardani – che proporrà, in questo anno giubilare, tanti “percorsi”, vie d’amore che diventano vere e comprensibili, vicine al Vangelo, capaci di scuotere dal torpore e dal nichilismo. Tutti siamo invitati ad intraprendere un cammino, a fare un passo, con una decisione intima e libera, per entrare in una dimensione di vita nuova”.