Quando la storia regala, inaspettatamente, frammenti di vissuto lontani secoli. Ceramiche rinvenute nei pressi della Chiesetta della Madonna di Torano, a sud ovest di San Lorenzo Nuovo, che sembrano circoscrivere l’arco cronologico tra l’ultimo quarto del V e del III secolo a.c.; per non parlare dei numerosi elementi decorativi appartenenti al Santuario di Monte Landro. Reperti archeologici di pregiatissimo valore, ordinatamente posti in due teche ( donate dal Credito Cooperativo di Pitigliano) che saranno conservati, e visibili al pubblico, tutte le domeniche dalle 17 alle 19, fino al mese di novembre. Grandissimo successo, giovedì pomeriggio, nella sede del Palazzo comunale di San Lorenzo, per l’inaugurazione della mostra itinerante “Da Orvieto a Bolsena: un percorso tra etruschi e romani”.
“L’interesse è stato tanto – ha esordito il sindaco Anna Maria Zannoni – sin dal primo anno. Non ci aspettavamo che il passato potesse proiettarci così lontano; pensavamo che la nostra storia fosse recente. La prima campagna di scavi è stata subito fruttuosa, con dei risultati interessanti”.
Un’esperienza che, grazie all’entusiasmo e alla passione degli studiosi coinvolti, ha permesso di creare a San Lorenzo Nuovo un gruppo archeologico, ad oggi composto da settanta persone. “Oggi inauguriamo, alla presenza di illustri ospiti e professionisti – ha proseguito il sindaco Zannoni – un’esposizione modesta, ma la speranza di futuro sviluppo è forte e determinata. La nostra speranza è che la terza campagna di scavi possa regalarci qualcosa in più. Un ringraziamento è rivolto a tutti: a chi ha lavorato materialmente, ma anche a chi ci ha supportato moralmente. Un bel passo in avanti, per la nostra attività e per le nostre aspettative, è stato fatto”.
Presente all’incontro anche Alfonsina Russo Tagliente della Soprintendenza beni archeologici Etruria meridionale: “E’ stato un percorso sicuramente faticoso, lungo ma, indubbiamente, importante per questa comunità”. Sostanzialmente il lavoro della Soprintendenza è finalizzato a due obiettivi: la tutela dei beni e la conoscenza diffusa sul territorio. “L’unità culturale – ha proseguito la dottoressa Russo Tagliente – frutto di questa esposizione itinerante, è stata possibile grazie all’impegno e agli sforzi di tutti: dell’amministrazione comunale, della Soprintendenza e del gruppo archeologico”.
Una mostra “lunga” 15 km: da Orvieto a Bolsena, partendo da Roma e attraversando San Lorenzo e Castiglione in Teverina. Si tratta del racconto dell’ultima e disperata resistenza etrusca all’avanzata di Roma.
“Chissà che questa mostra – è intervenuto nel corso dell’incontro Antonio Concina, sindaco di Orvieto e presidente della Fondazione Faina – non riesca a ricreare un sentimento collettivo. Sguardi e sentimenti rivolti a un diverso approccio delle politiche del territorio. Un entusiasmo che conforta molto e speriamo che sia un segno per un periodo più sereno e civile”.
Una realtà etrusca, quella di San Lorenzo Nuovo – come ci ha tenuto a sottolineare Enrico Pellegrini, che ha avviato la campagna di scavi tre anni fa – molto ricca e corposa.
“Abbiamo portato avanti – ha concluso Adriano Maggiani che ha diretto gli scavi – un’esplorazione straordinaria e i risultati sono stati notevoli. In sole due campagne di scavo, e con mezzi modesti a disposizione, abbiamo individuato il Santuario sul Monte Landro e trovato delle strutture di servizio. Il nostro obiettivo è finalizzato a individuare la struttura templare più antica e capire chi fosse la divinità venerata all’interno del Santuario”. Le indagini sistematiche sul sito hanno avuto inizio solo nel 2011 e sono tutt’ora in corso.