di Dante Freddi
Massimo Gnagnarini sostiene che la redditività di Orvieto turistica funziona al 25% delle potenzialità, perché il livello di attrazione della città è debole, il decoro assente, la gestione deficiente.
Le proposte che formula il leader di “unirei puntini”, futura lista civica o coordinamento di liste civiche, non fanno una piega e mi sembrano condivisibili, anche se richiedono ulteriori approfondimenti per assestarle con velocità nel contesto di Orvieto e per coordinarle con gli altri comuni dell’Orvietano e della Tuscia, contesto imprescindibile per un progetto che abbia un respiro accettabile.
L’idea su cui si fonda Gnagnarini è “l’Accoglienza come strategia economica per un nuovo Benessere, un nuovo Sviluppo e il risanamento finanziario di Orvieto”, insomma il toccasana di tutti gli acciacchi. C’è da dire che Gnagnarini promuove questo suo pensiero da anni e che qualcosa, come la gestione diretta dei parcheggi, l’Amministrazione Còncina glielo ha “rubato” e funziona.
Chissà che Gnagnarini, orvietano che vive da anni a Terni, non abbia subito un proficuo processo di purificazione dalla passione per la divisione che alligna da secoli in città e che possa quindi vedere con maggiore chiarezza nella nebbia che non fa scorgere futuro.
La scadenza elettorale amministrativa della prossima primavera è ancora lontana ma già c’è un fermento straordinario, di cui “unire i puntini” è un esempio buono, almeno chiaro, almeno con qualche idea non banale, almeno libero.
È confortante che ci sia qualcuno che con tanta passione e determinazione, e anche intelligenza, abbia voglia di occuparsi di pagare i debiti di una città esamine e di esporsi al confronto con tanti cittadini spesso attenti soprattutto ai propri interessi o p a quelli della propria parte, senza nessuna voglia di essere governati e senza bisogno che qualcuno insegni qualcosa.
San Pietro Parenzo, dàgli uno sguardo e permettigli di unire più puntini che può, fino a tratteggiare un disegno. Poi vedremo.