Se qualcuno avesse mai scritto un manuale del buon imprenditore certamente al suo interno avrebbe indicato almeno due doveri: uno nei confronti del fisco e l’altro nei confronti dei propri dipendenti.
Due aspetti gestionali di importanza fondamentale per rispondere alle proprie responsabilità nei confronti di quella piccola comunità che è l’impresa e della società in generale.
Succede, invece, che un cinquantenne ternano, titolare di un’impresa operante nel settore della fabbricazione di strutture e parti assemblate metalliche si “dimentichi” di presentare la dichiarazione annuale dei redditi e contemporaneamente “dimentichi”, per 2 annualità di fila, di assolvere agli obblighi di versamento delle ritenute IRPEF operate sui propri dipendenti.
Circa 260.000 euro trattenuti dallo stipendio di 40 lavoratori e non versati nelle casse dell’erario non sono pochi. Se poi aggiungiamo l’omessa dichiarazione di redditi per oltre 3 milioni di euro con mancato versamento di un’IVA corrispondente per circa 220.000 euro puoi aspettarti che delle persone vestite di grigio, con 2 fiamme gialle sul bavero della giacca bussino alla tua porta.
E così è stato: una serie di “distrazioni” ripetute nell’anno 2011 e nell’anno 2012 che non potevano certo sfuggire ai controlli fiscali dei militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Terni i quali, per la verità, riconoscevano all’imprenditore anche il sostenimento di una serie di costi che se pur non dichiarati erano stati effettivamente sostenuti per importi di poco inferiori ai ricavi contestati.
Al termine dell’accertamento fiscale si evidenziavano violazioni così rilevanti che costringevano i Finanzieri a denunciare il titolare alla Procura della Repubblica di Terni per i reati di “omessa dichiarazione I.V.A.” e “omesso versamento di ritenute certificate” ex art. 5 e 10 bis del Decreto Legislativo 74/2000, con sanzioni che prevedono da 1 a 3 anni di reclusione.
Sanzioni che fanno automaticamente scattare la richiesta alla Autorità Giudiziaria del sequestro di beni nella disponibilità dell’evasore, finalizzato alla confisca, per un valore equivalente all’importo evaso, quale garanzia dei crediti erariali non corrisposti.