Riceviamo da Cristina Calcagni, Alleanza per l’Italia Orvieto, e pubblichiamo.
E’ sconcertante la dialettica politica utilizzata in questa città negli ultimi tre anni di “non governo”. Inutile ritornare sul perché del non governo, poiché la risposta sarebbe sempre la stessa noiosissima cantilena: non ci sono i soldi.
Quando un cittadino o un consigliere comunale o chiunque abbia un briciolo di raziocinio prova a formulare una domanda agli attuali amministratori si trova sempre in una confusione di risposte arroganti e piccate del diretto interessato e poi del sindaco.
Sulla Carta Unica: volendo smantellare quel poco che è rimasto, occorrerebbe presentare il progetto sostitutivo in prima battuta, ammesso che Marino abbia un’idea sostitutiva in merito, minacciare un ipotetico “giudizio” costa risorse economiche al Comune, perché gli avvocati nominati vanno poi retribuiti. Ad ogni modo non credo che sia questa la formula per dirimere una questione: un amministratore che si mette a tu per tu con gli amministrati, e sul giornale per giunta! Poi deve intervenire il Sindaco… sempre sul giornale.
A proposito Marino: come cittadina che ha contribuito con le tasse al PIL di questa città, le vorrei chiedere dove posso ammirare i 72 pezzi, acquistati da oltre un anno da questa amministrazione al prezzo di 18.000 euro, della collezione di ceramiche di Pericle Perali. A tal proposito allego gli estratti del Consiglio Comunale del 21/10/2011 con il quale ci veniva dettagliato l’acquisto. Dove le avete sistemate? Insieme con i forni acquistati con i soldi della Regione Umbria?
Capisco che ha molto da fare con la manifestazione Orvieto con Gusto, che grazie a lei non ci costa nulla, ma le sarei grata se mi potesse fornire questa risposta.
Al sindaco invece vorrei chiedere: dove possiamo ammirare gli alberi, di cui per obbligo di legge, lei avrebbe dovuto far piantare per ogni bambino nato e/o adottato nella nostra città? La legge a cui mi riferisco è la n.10 del 14 gennaio 2013, che introduce modifiche alla precedente disposizione. L’obbligo è applicato solo ai comuni con una popolazione superiore ai 15mila abitanti, e non interesserà solo le nascite, ma anche i bambini adottati. La piantumazione deve avvenire entro sei mesi, e non più dodici, dalla nascita o dall’adozione. La legge è entrata in vigore il 16 febbraio e obbliga i Comuni a piantare un albero per ogni bambino registrato all’anagrafe.
Se vuole ricandidarsi il prossimo anno, sarà valutato anche su questo.