Riceviamo da Cristina Calcagni per Alleanza Orvieto e pubblichiamo.
Sulla questione Casello Nord, interveniamo apprese le ultime documentate dichiarazioni dell’Architetto Brugiotti, sdegnati per l’ennesimo argomento facente parte delle “cartelline dossier”, che sono da immutabile corredo nella stanza del Sindaco, per conoscere la verità. Su questo specifico argomento come su tanti altri sarebbe opportuno smetterla di dibattere in termini di proclami propagandistici che non portano a nulla se non a confondere una città, provata dall’ultimo periodo di amministrazione. Non si può continuare a fingere che vada tutto bene, e se qualcuno osa chiedere spiegazioni viene rimbalzato anche attraverso i giornali on-line.
Che vuole fare Sindaco, si vuole ricandidare dicendo che è colpa dello sperpero della sinistra che ha governato per sessant’anni anche in occasione delle bugie sul Casello Nord? Parrebbe di no, dalle indiscrezioni che circolano da giorni ormai sui giornali, che promuoverebbero altri candidati la destra, a meno che non sia l’ennesima trovata da esperto di comunicazione. Come si evince con chiarezza dalla risposta alla Interrogazione Parlamentare pubblicata da Brugiotti, quello che è mancato in questi quattro anni è la reale capacità politico amministrativa tesa a valorizzare e sviluppare un Territorio in maniera tale che, le strutture centrali preposte alla realizzazione dell’infrastruttura Casello Nord, potessero accogliere positivamente tale iniziativa. In sostanza meno contatti di vertice e più politica reale di Territorio e di sviluppo. Di questo ha urgente bisogno Orvieto: di competenze e di capacità, difficilmente riscontrabili nei continui inaccettabili rimpasti.
Per contro in questi ultimi anni abbiamo assistito alla chiusura delle poche attività produttive presenti nell’area Nord della nostra città, senza prendere posizioni adeguate per impedirlo per una totale assenza di programmazione delle infrastrutture locali in rapporto conla Regionee provincia . Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una vera e propria desertificazione di Orvieto, e questo non solo in ragione della crisi ma anche dell’inefficienza dei servizi offerti e delle azioni svolte per attrarre turismo di massa. Anche in occasione dell’avviato Giubileo Eucaristico soffriamo di assenza totale di presenze (ossimoro necessario).