ORVIETO – Una firma falsa o almeno contestata come tale all’interno degli stessi uffici urbanistici. E’ una delle grane che si celerebbe dietro la bufera che è costata in questi giorni la revoca delle deleghe all’assessore Leonardo Brugiotti.
La faccenda è da tempo all’attenzione della Procura della Repubblica presso il tribunale di Orvieto che da mesi sta conducendo un’indagine nel massimo riserbo. Il delicato fascicolo giudiziario sarebbe da mettere in relazione con le ultime vicissitudini amministrative a quanto pare per le diverse reazioni e posizioni che gli amministratori avrebbero assunto in merito.
Intanto l’ormai ex assessore Brugiotti, dopo aver inviato ieri una lettera al veleno al sindaco, ha annunciato una conferenza stampa per domani.
Còncina dal canto suo avrebbe già le idee chiare per sostituirlo. Si vocifera dell’architetto italo americano Riccardo Caracciolo che si divide tra Orvieto (dove abita) e Todi (dove gestisce un’agenzia immobiliare).
Di fronte al sesto assessore che alza i tacchi, l’opposizione chiede chiarezza. Stavolta poi non ci sono dimissioni, ma una sfiducia. E i motivi, da quelli dichiarati a quelli ipotizzabili, appaiono gravi. “Cosa può essere accaduto? Sarebbe lecito spiegarlo ai nostri cittadini? E’ possibile che anche questa volta si faccia finta di nulla?”. La prima ad insorgere è Sinistra ecologia e libertà. “E’ tempo – dice Sel – che il sindaco, per rispetto dei cittadini e dell’istituzione che rappresenta, spieghi pubblicamente cosa sta succedendo e liberi da questa gestione approssimativa il Governo di una città sempre più impoverita”.
Il neo segretario del Partito democratico, Andrea Scopetti, giudica la situazione di una gravità estrema, per questo ha convocato per stasera una segreteria straordinaria sull’accaduto. Scopetti parla di “avventurieri allo sbaraglio”, senza meglio entrare nel merito delle questioni che saranno valutate carte alla mano.
Infine, per coincidenza, oggi le opposizioni dovrebbero essere ricevute dal prefetto, anche se l’incontro era stato chiesto in tempi non sospetti per questioni inerenti il funzionamento del consiglio comunale.