Riceviamo dall’ex assessore al Comune di Castel Giorgio Tilli e pubblichiamo
Con riferimento ai recenti comunicati stampa giornalieri delsSindaco dimissionario, rimango basito dalle affermazioni fatte ed è con rammarico e per senso di responsabilità che mi trovo costretto a precisare quanto segue:
Pierluigi Peparello si lamenta di essere stato abbandonato e tradito. Ma forse non ricorda di essere stato lui 4 mesi fa a sfiduciarmi come assessore nel corso di una riunione di Giunta sul tema cruciale dell’applicazione del Piano Economico di Gestione. Di averlo fatto più di una volta, nel caso non avessi capito che si aspettava le mie dimissioni. E di aver in pratica sfiduciato nella stessa riunione anche il vicesindaco, che sosteneva le stesse tesi. Entrambi volevamo una effettiva applicazione del PEG.
Si tratta di uno strumento che consente un maggiore controllo sui flussi di spesa del Comune. La sua applicazione faceva parte del programma della nostra piattaforma elettorale, ma non siamo riusciti ad applicarlo per le resistenze “assolutiste” del sindaco.
Già in precedenza i consiglieri di SEL erano usciti dal Consiglio ritenendo la sua gestione più da podestà che da Sindaco democratico.
Peparello si lamenta poi della mia ubicazione fisica nel tavolo dell’opposizione: forse non si è mai accorto del fatto che ci sono due soli tavoli nella sala consiliare, quello per la maggioranza e quello per la minoranza. Quale secondo lui la sistemazione per i consiglieri autonomi? Tra il pubblico? O per terra a gambe incrociate alla maniera indiana ?
E’ molto singolare l’atteggiamento di Peparello: sfiducia gli assessori, li invita a dimettersi, e poi, una volta che l’hanno fatto, si lamenta che non ha più la maggioranza, che hanno cambiato posto, che sono degli irresponsabili, che non ha i numeri per amministrare.
Poteva pensarci prima, visto che la maggioranza è fatta da almeno 7 consiglieri e proprio il capo della coalizione è responsabile della sua tenuta per assicurare un solido governo del Comune.
Il mandato del sindaco Peparello si è rivelato un vero e proprio fallimento. Bisogna prenderne atto con serenità, ma con fermezza. Per evitare di ripetere nel futuro i gravi errori compiuti in questa gestione.
Pierluigi Peparello, nel dare le dimissioni, accusa persone del suo partito e della sua coalizione di averlo in pratica tradito. Ma una semplice osservazione dimostra il contrario.
In soli due anni ha perso ben 7 collaboratori su 13, che facevano parte della squadra che sosteneva e componeva la sua amministrazione. E che hanno dato le dimissioni. Un vicesindaco, quattro consiglieri, due assessori e un assessore esterno.
Tutti questi elementi, di diverse estrazioni, non sono riusciti a procedere nel loro cammino, in quanto hanno ritenuto che il sindaco o non applicava il programma concordato o non condivideva in modo armonico le responsabilità di governo del Comune.
E’ chiaro che proprio Pierluigi Peparello era responsabile di mantenere la compattezza della propria squadra. Questo uno dei suoi compiti principali. Questa forte emorragia è la cartina tornasole di una evidente carenza gestionale e politica. Non appare possibile che tanti collaboratori abbandonino tutti per loro personalismi. E’ più facile trovare una adeguata spiegazione negli eccessivi personalismi del sindaco. Oppure nella intenzione di promuovere politiche e provvedimenti che non corrispondevano più a quelli concordati nel programma di maggioranza.
Forse è troppo impegnato a fare comunicati stampa per riflettere seriamente sui motivi che hanno portato a questa situazione . Non è che chi lo spinge a farli, esponendolo in una situazione come questa ad attacchi immancabili, ha un proprio interesse personale…?
Forse non ha considerato che questi comunicati dai toni accesi, che chiudono mentre dicono di aprire, espongono lui, soltanto lui, mentre salvaguardano altri… Ed allontanano sempre di più un’eventuale possibile ricucitura.
Forse potrebbe recuperare ora quella riflessività, quella memoria e quella ponderazione che avrebbero consentito alla sua Giunta di non cadere.