ORVIETO – Tre milioni sotto l’Albero. Ieri pomeriggio, a Roma, presso uno studio notarile della Capitale, l’amministrazione comunale di Orvieto e la dottoressa Antonella Bianconi di Bolsena hanno firmato l’atto di compravendita della Farmacia comunale. A distanza di oltre un anno dall’aggiudicazione, l’operazione, differita per le note contese legali di fronte al Tar, va in porto. E il bilancio comunale tira un sospiro di sollievo, assicurandosi in chiusura d’anno 3.028.950 euro per gran parte già impegnati con il riequilibrio di poche settimane fa per finanziare la spesa corrente. Lunedì scorso, dopo la sistemazione degli ultimi cavilli legali, era arrivata l’autorizzazione al dirigente del settore delle Attività produttive alla stipula dell’atto notarile di compravendita e ieri pomeriggio di fronte al notaio sono state espletate a Roma tutte le formalità del caso. L’aggiudicazione, come noto, era arrivata a settembre 2011 con l’apertura dell’unica offerta presentata, quella della dottoressa Bianconi, appunto, che aveva messo sul piatto i 3.028.950 con un rialzo di 643.950 sull’importo a base d’asta che era di 2.385.000. Insieme al bar Centrale e al mattatoio si tratta delle poche alienazioni andate in porto nell’ambito del più vasto e corposo piano comunale di dismissione degli immobili ritenuti non strategici. Restano da piazzare, tra i cespiti di maggior valore, la palazzina comando e la caserma Piave, nonché la porzione di immobile del chiostro di San Francesco attualmente occupata dal Gruppo Cramst. Nel frattempo però la strategia comunale è cambiata. Orvieto, primo ente a presentare un progetto complessivo di valorizzazioni di beni immobiliari nell’ottica dell’attuazione del Federalismo demaniale, infatti, ha aderito alla convenzione con la Fondazione Anci “Patrimonio Comune” per la valorizzazione del patrimonio immobiliare. Dalle alienazioni più consistenti fin qui il Comune di Orvieto ha racimolato 1.069.668,64 euro dal mattatoio di Bardano (saranno incassati con rate quadriennali) e 1.025.000 euro dal Bar Centrale.
Dentro e fuori da “Il Coro” … In una chiesa sconsacrata un’esperienza ultra sensoriale per occhi e palato
Coro. Come quello di una chiesa. Come insieme di sfumature, di voci, di suoni … In questo caso...