ORVIETO – Da due a cinque letti. La Terapia intensiva “diventa reparto”, contribuendo a qualificare il “Santa Maria della Stella” come ospedale dell’emergenza urgenza. Ieri mattina il taglio del nastro, alla presenza dell’assessore regionale, Franco Tomassoni, del direttore generale della Asl Vincenzo Panella e delle autorità locali, provinciali e regionali. Sullo sfondo, con la riforma regionale in atto e allo scadere dell’incarico del direttore generale Vincenzo Panella, il destino dell’ospedale di Orvieto nell’ambito della rete sanitaria regionale.
Ma andiamo con ordine, partendo dal potenziamento del reparto di Rianimazione – Terapia intensiva diretto dal gennaio 2011 dal dottor Tommaso Ciacca. Con un investimento di 220mila euro (190mila per le attrezzature e 30mila per gli adeguamenti impiantistici), il reparto è stato completamente rinnovato con cinque nuovi letti dotati di ogni tecnologia per una migliore gestione del paziente, altrettante postazioni di monitoraggio e due respiratori. L’investimento è stato finanziato con fondi della Asl derivanti dalla vendita di un terreno. In realtà, secondo quanto precisato da Panella si tratta di risorse a cui la Asl ha fatto fronte con le proprie casse, in quanto non ha ancora la disponibilità dei proventi della vendita. Il reparto, in crescita (sono stati 200 i pazienti nei primi 10 mesi del 2012 con un tasso di occupazione dei letti del 98% e un indice di attrazione extraregionale che supera il 20%), viene così potenziato. Con un investimento che, nel clima di spending review che si respira in sanità e non solo, non è cosa da poco, come è stato sottolineato a più riprese dal direttore generale e dall’assessore.
A questo proposito dalla Regione sono arrivate ampie rassicurazioni sul ruolo “strategico” dell’ospedale di Orvieto nell’ambito della riforma sanitaria in atto. “Aver diminuito la mobilità passiva e aumentato la mobilità attiva – ha detto l’assessore alla Sanità Franco Tomassoni – deve essere motivo di fiducia per l’ospedale di Orvieto nei confronti del disegno regionale. E’ nostra intenzione potenziare sempre più questo aspetto, rendendo l’ospedale di Orvieto sempre più attrattivo rispetto al suo naturale bacino e verso l’esterno” ha aggiunto Tomassoni, insistendo così, come ha fatto il dirigente regionale del settore Emilio Duca, sul nosocomio orvietano come plesso di confine tra due regioni quali il Lazio e la Toscana.
Su una cosa, anche, l’assessore regionale è stato chiaro: “Le ridondanze non possiamo più permettercele” ha scandito, invitando a pensare ad una sanità sempre più regionale e sempre meno “localistica”. A margine dell’incontro Tomassoni ha assicurato, infine, la massima attenzione della giunta regionale nei confronti dell’emergenza alluvione che ha vissuto e sta vivendo tuttora Orvieto in parti importanti della sua economia. “Speriamo di fare bene e fare presto” ha detto Tomassoni in riferimento agli interventi che il territorio attende.