ORVIETO – Per il momento sono in venticinque, ma le adesioni continuano ad arrivare. Gli artigiani e i commercianti danneggiati dall’alluvione dello scorso 12 novembre si sono associati nella forma di un comitato e con questo intendono farsi sentire meglio da enti e banche. Finalità e obiettivi sono stati presentati ieri mattina dal presidente, Fabrizio Cortoni insieme ad alcuni membri del comitato stesso. Per prima cosa le imprese intendono far chiarezza sulle eventuali responsabilità dell’alluvione. Perché è chiaro, come ha spiegato Cortoni, “che se l’evento era prevedibile, sono ipotizzabili anche risarcimenti”. Un caso su tutti. Il comitato “Marina Velka senza fango” (con cui il comitato di Orvieto ha preso contatti), nato dopo l’alluvione del 15 novembre 2005, ha vinto una causa civile contro l’amministrazione locale perché è riuscito a dimostrare che l’evento poteva essere previsto. Nessuno intende puntare il dito, sia chiaro. Il comitato anzi annuncia che nominerà dei consulenti legali a cui delegherà ogni cosa riguardante questo aspetto e valuterà l’opportunità di un esposto, come unico modo per stimolare la Procura della Repubblica ad un’indagine conoscitiva. In secondo luogo – ha spiegato Cortoni – “chiediamo che vengano prese tutte le precauzioni perché un disastro del genere non si ripeta”. E’ la battaglia sul fronte della messa in sicurezza che hanno intenzione di sposare ovviamente anche i privati che attualmente non fanno parte del comitato.
C’è poi il nodo fondamentale e più urgente al momento. Che è quello del reperimento delle risorse. “Già dalla prossima settimana avvieremo contatti con tutte le banche sul territorio per ottenere le migliori condizioni possibili di finanziamento” ha spiegato Cortoni. Le condizioni indispensabili sono la restituzione delle quote capitale almeno a 360 giorni e un tasso di interesse che tenga in debita considerazione l’eccezionalità dell’evento.
Evidente l’insoddisfazione per le azioni attivate fin qui. Soprattutto sul ruolo sfuggente del Comune di Orvieto che prima dichiara la disponibilità di un milione di euro e poi non partecipa più al fondo di garanzia costituito da Gepafin e Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto con l’aiuto delle Fondazioni bancarie umbre, che annuncia la soppressione o il differimento dell’Imu e della Tarsu per poi accorgersi che non può farlo in assenza dello stato di calamità e che alla fine ripiega su non meglio precisati “contributi”. Smarrimento anche di fronte all’attesa dichiarazione dello stato di calamità. Infine il comitato rivolge un appello alla cittadinanza perché chiunque abbia una testimonianza dell’alluvione in video, anche amatoriali, o in foto la metta a disposizione del comitato stesso, la cui sede legale è presso la società Cogesta, in via delle Acacie a Ciconia.