Il Casermone a disposizione delle attività umane insediate nelle aree di esondazione del Paglia (cioè la città vera che apre le porte alle vittime dell’imprevidenza collettiva) è un’idea che forse a molti è venuta in mente, ma che solo Gianni Marchesini e Carlo Perali, i due più brillanti “utopisti” che circolano in Orvieto, potevano articolare e gridare ai quattro venti. E quando dico “utopisti” so quel che dico, perché mi richiamo al significato positivo di utopia, che è l’idea praticabile purché se ne colga il contenuto eccentrico rispetto alla desolazione dell’opinione corrente. La caratteristica principale dell’utopia positiva è di essere snobbata da parte di tutti coloro che sono troppo stupidi per capirla o che sono troppo intelligenti per permettersi il lusso di non averci pensato loro. Ciò nonostante è bene che su questa utopia si rifletta per affinarla e rivestirla di elementi concreti senza aspettare la prossima alluvione.
“Grazie alla dottoressa Magnolia, è stata una luce in un tunnel totalmente buio”
"Sono qui per raccontarvi la mia esperienza. Abbiamo ancora molto da fare, però, posso ritenermi fortuna e soddisfatta. Sono la...