ORVIETO – I danneggiati dall’alluvione non sono tenuti a pagare le intempestive bollette del Consorzio per la bonifica della val di Chiana Romana e val di Paglia. E’ stato lo stesso Consorzio ieri mattina per bocca del suo presidente Mario Mori (presenti anche gli ingegneri Rutilio Morandi e Fabrizio Sugaroni, nonché l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Orvieto, Leonardo Brugiotti) a spiegare come l’ente intenda gestire la “gaffe” delle bollette che hanno suscitato grande indignazione tra la popolazione colpita dall’alluvione. I danneggiati sostanzialmente possono ignorare la scadenza del 30 novembre. In attesa di capire se alle bollette si potrà far fronte tramite un fondo di accantonamento ricavato dai contributi regionali o se saranno gli utenti stessi a doverle pagare, ma tra uno e due anni. “Capisco che possano essere sembrati una presa in giro – ha premesso con estremo realismo il presidente Mori – ma l’ente non può, motu proprio, sospendere gli avvisi bonari. Trattasi, appunto, di avvisi bonari a cui dopo tre mesi di prassi segue la cartella di Equitalia” ha spiegato ancora Mori, entrando nel dettaglio di come verrà gestita la riscossione. “Contrariamente alla prassi, chi è danneggiato non riceverà l’avviso di Equitalia – ha continuato – ma tra quattro – sei mesi riceverà un secondo avviso, senza spese aggiuntive. Nel frattempo il Comune avrà concluso la schedatura dei danneggiati e allora vedremo il da farsi”. Il discorso vale evidentemente solo per chi ha ricevuto danni dall’alluvione. Tutti gli altri, se non pagano regolarmente, riceveranno tra tre mesi la cartella di Equitalia. “Se poi dopo la schedatura del Comune si faranno avanti altri danneggiati sarà cura del Consorzio – ha concluso il presidente – valutare le singole situazioni”.
Insomma, per il momento per chi ha ricevuto danni diretti dall’alluvione le bollette sono sospese. Ovviamente qualcuno a tempo debito dovrà comunque pagarle. L’obiettivo è quello di ricavare un fondo di accantonamento dai finanziamenti pubblici, diversamente saranno gli utenti stessi a pagarle con una dilazione della scadenza a uno – due anni.