ORVIETO – Centro studi, ultimo atto. Con il consiglio comunale di lunedì l’assise sarà chiamata a votare lo scioglimento del cda della Fondazione Csco, dopo che le richieste di rifinanziamento ai soci – Comune e Provincia – sono rimaste lettera morta. Lo scenario che si apre è preoccupante, sia sul versante della formazione come risorsa per la città, sia sul versante economico, per il deficit di 700mila euro con cui la Fondazione si avvia a chiudere i battenti. Di sicuro c’è solo l’attingimento al fondo di riserva che dovrebbe garantire il pagamento degli stipendi arretrati per i dipendenti. Ma i creditori? Può l’apertura della procedura di liquidazione cancellare di fatto le responsabilità economiche verso terzi? La cooperativa Carli, creditrice di circa 400mila euro, è da tempo sul piede di guerra, tanto più ora che, con le trattative avviate, aveva dato la disponibilità per una transazione a dieci anni e per l’attivazione della cassa integrazione, ovviamente in vista di una ripresa.
Il rifinanziamento dei soci, Comune e Provincia è necessario, “soprattutto in un momento come questo – afferma il capogruppo Giuseppe Germani – dove non si può prescindere dall’alta formazione pensando a nuove possibilità e modelli di sviluppo per la città. La formazione resta un asset fondamentale che va salvaguardato in ogni modo. Per il Csco – conclude Germani – è urgente un piano di rientro che tuteli creditori e dipendenti, vista anche la disponibilità di entrambi a trovare soluzioni per mantenere in via la struttura”.