BAGNOREGIO – Favorire la presa di coscienza di un fenomeno che continua ad essere definito “gioco” quando, invece, dovrebbe essere considerato un vizio o una malattia. O, peggio ancora, offesa al buon senso.
Questo è il tema del convegno che si è svolto a Bagnoregio, dal titolo “Invecchiamento e gioco d’azzardo. Proposte per un gioco buono”, organizzato dall’architetto Maurizio Mastroianni, all’Auditorium Taborra. Presenti all’incontro: il sindaco di Bagnoregio Francesco Bigiotti, Vanella Imperatori, il presidente del Consorzio Teverina Paolo Zappi; Francesco Chiucchiurlotto, già presidente Anci Lazio e attualmente coordinatore Anci regionali, l’Associazione culturale “Agorà” e l’Associazione “Geoteverina” che gestisce il museo geologico e delle frane di Civita di Bagnoregio intitolato a G. Imperatori. Presenti in sala anche diversi rappresentanti del Centro anziani.
Tra gli interventi: Luisa Bartorelli, psicogeriatra e direttore del Centro Alzaheimer Fondazione Roma; Gianfranco Fragomeni, presidente Associazione Polis; Sandro Polci, ricercatore e consigliere SM Gianfranco Imperatori Onlus. Moderatore del convegno Andrea Talamonti, coordinatore Progetto “Civita per i Giovani” di Associazione Civita. “Un fenomeno – ha spiegato Mastroianni – che ha enormi ricadute, non solo etiche ma anche economiche e finanziarie. Quando poi il fenomeno incontra la terza età si definiscono nuovi scenari che non rimandano certamente alle commedie di Eduardo De Filippo: il gioco come pratica sociale condivisa, ma tutt’altro. Solitudine ed emarginazione sociale”.
L’acquisizione di risorse per scommesse è abnorme e la loro redistribuzione riguarda una limitata platea di scommettitori. “Gli enti locali – ha affermato il sindaco di Bagnoregio, Francesco Bigiotti – non sono in grado di intervenire nel pianificare le presenze, gli orari o i luoghi di gioco; ma possono sicuramente lavorare per garantire la coesione sociale, l’ordine pubblico e la tutela delle fasce più deboli. Il gioco d’azzardo nuoce all’equilibrio psico-fisico e impoverisce significativamente la capacità di spesa di milioni di cittadini”.
Le istituzioni, in collaborazione con gli istituti scolastici e le associazioni di volontariato, possono lavorare affinché vengano realizzati interventi formativi significativi: come, ad esempio, concorsi o campagne di comunicazione realizzati dagli stessi studenti. Il gioco compulsivo è una malattia seria.
“Lavoreremo – ha concluso Bigiotti – per salvaguardare la dignità e l’integrità del ludopata giovane o anziano che sia”.