Emissione di fatture per operazioni inesistenti, omessa presentazione della dichiarazione dei redditi, mancati versamenti di imposte, indebiti vantaggi fiscali, occultamento delle scritture contabili. C’erano tutti gli ingredienti di base del perfetto evasore fiscale.
A scoprirlo i militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Terni al termine di una verifica fiscale condotta nei confronti di una società attiva nel settore della vendita all’ingrosso di capi d’abbigliamento.
Il sistema era semplice: in accordo con altre società operanti nelle province di Napoli e Latina il soggetto controllato emetteva fatture per operazioni commerciali, in alcuni casi realmente avvenute, ed in altri completamente fasulle. Fra la sua contabilità sono state così individuate fatture per operazioni inesistenti per quasi 1.200.000 euro, emesse al solo scopo di consentire ad altri di detrarsi costi in realtà mai sostenuti, con notevoli ed indebiti risparmi fiscali.
Ovviamente la società verificata, a fronte delle fatture emesse (vere e/o false che fossero) avrebbe dovuto dichiarare un volume di affari, indicare le somme in sede di dichiarazione e, soprattutto, pagare un IVA piuttosto consistente.
Come risolvere il problema? Semplicemente omettendo la presentazione delle dichiarazioni annuali sia in materia di IVA che di imposte sui redditi.
Ed in caso di controlli? Come giustificare la presenza di tante fatture a fronte di nessuna dichiarazione presentata? Ancora più facile. Nascondendo tutti i documenti fiscali, ovvero occultando tutte le scritture contabili obbligatorie.
E per evitare la denuncia alla Procura della Repubblica dell’amministratore della società, responsabile quantomeno della mancata conservazione di tutte le scritture contabili obbligatorie? Come non pensarci subito. Interponendo una classica “testa di legno” con la funzione di accollarsi tutte le responsabilità. Ecco quindi comparire sulla scena un soggetto nullatenente, residente nella provincia di Napoli, il quale interrogato nella sua carica di amministratore pro tempore della società si dichiarava estraneo alle vicende societarie e privo di qualsiasi reddito.
Una frode fiscale in piena regola, dunque, nella quale era stata addirittura costituita una S.r.l. fittizia con sede nel Comune di Acquasparta, la quale ha omesso nel tempo di presentare le previste dichiarazioni annuali occultando al fisco ricavi per oltre 1.500.000 euro, evadendo l’I.V.A. per 550.000 euro e un’IRAP per 62.000 euro, consentendo ad altri soggetti economici di sottrarre all’imposizione consistenti importi relativi alle false fatturazioni.
Oltre al recupero di materiale imponibile per la mancata presentazione delle dichiarazioni fiscali dagli anni 2008 al 2012, per i 3 amministratori della società, veri e fittizi, tutti originali campani, è scattata la denuncia penale per la violazione dell’art. 8 del D.lgs 74/2000 concernente l’emissione di fatture per operazioni inesistenti negli anni dal 2007 al 2009 mentre, uno di loro, è stato denunciato anche per l’occultamento delle scritture contabili obbligatorie.