di Santina Muzi
Il Lions club di Orvieto ha un nuovo presidente. Il passaggio della prestigiosa carica dal Gen. Ferdinando Sanzò al dottor Walter Esposito è avvenuto nel corso di una conviviale in cui tra l’altro si è parlato dell’impegno sociale e si è ricordato il vicepresidente Lucio Bufalini, prematuramente scomparso:
<<Questa era una serata in cui io, sia come amico che come presidente, avrei dovuto passare la mano a Lucio Bufalini.>> ha esordito il presidente uscente che è poi passato ad illustrare il programma svolto nel corso del suo mandato.
<<Abbiamo cercato di ricompattare conoscenze ed amicizie anche con l’iniziativa del week end “famiglie Lions”, abbiamo pensato ai Leo ed ora abbiamo nuovi ingressi… Ѐ stato un anno di lavoro intenso, un’esperienza nuova, interessantissima, che ci ha dato la possibilità di fare qualcosa, è chiaro che si può fare sempre di più e sempre di meglio….>>
Quindi, nell’invitare i soci Lions ad attivarsi, giocando sulla presenza alla conviviale della socia Alessandra Cannistrà responsabile del FAI, Ferdinando Sanzò ha invitato tutti a pensare alla forma plurale del presente indicativo del verbo fare:
<<Affinché il club abbia maggiore risonanza a livello locale e soprattutto a livello distrettuale e nazionale, è opportuno farsi carico della prima persona plurale e dire, anziché fai, “facciamo”! Perché, con l’aiuto di tutti, si possono raggiungere grandi traguardi.>>
Tra le numerose le iniziative attuate dal Lions club orvietano, va ricordato il sostegno al Corteo storico. C’è poi il progetto sulla sicurezza stradale portato avanti nelle scuole del territorio. E c’è anche un’esperienza nuova che, grazie all’intenso lavoro organizzativo della professoressa Graziella Lardani, sotto il patrocinio del Lions ha introdotto il discorso della prevenzione dei tumori nel carcere di Orvieto dove l’oncologo medico Franco Buzzi, responsabile scientifico, e la psicologa-psicoterapeuta Silvia Pilardi hanno potuto attuare il progetto “Obiettivo salute” parlando di prevenzione e trattamento.
<<Ѐ stato dimostrato che il principale cancerogeno è il fumo di tabacco.- ha spiegato il dottor Buzzi -E si conoscono i danni del fumo sia attivo che passivo. Ma non è tutto, è nocivo anche il fumo terziario. Ossia, quando si fuma, il fumo va sugli abiti, sui capelli, sulla moquette. In casa, ad esempio, il bambino che gioca e gattona respira quel fumo, che sicuramente procura nocumento. Anche le cicche gettate a migliaia per strada sono pericolose perché la sigaretta contiene tante sostanze nocive, lo stesso filtro, contenendo sostanze radioattive, può creare un’infinità di guai.>>
Nelle carceri non esiste un censimento relativo a fumatori e non fumatori. E nemmeno è possibile separare gli uni dagli altri. Un dato però è certo: in Italia oltre 90 mila tra carcerati e operatori penitenziari sono esposti sia al fumo passivo che a quello terziario. Uno studio effettuato dalla Commissione europea Eu-Osha sostiene che il fumo di tabacco può causare diverse e gravi patologie quali malattie cardiovascolari, respiratorie e tumorali mentre, secondo i dati del Ministero della salute, il fumo di sigaretta in Italia causa circa 85mila morti all’anno.
Il progetto “Tabagismo nelle carceri: prevenzione e trattamento” è partito mettendo in luce i danni provocati dal fumo. L’obiettivo mirava al fatto che, portando a conoscenza della popolazione carceraria i rischi derivati dal fumo, la stessa poi decidesse di prevenirli evitando il tabacco.
Data la naturale diffidenza degli interlocutori il tema affrontato con i 10 detenuti entrati nel progetto “Obiettivo salute”, è stato svolto con molta gradualità e si è iniziato con il programma solamente dopo una serie di incontri volti ad ottenere il vero “contatto”. Per la maggior parte i partecipanti che avevano una dipendenza molto forte dal fumo di tabacco, hanno iniziato a fumare intorno ai 14 anni e in carcere per risparmiare denaro comprano tabacco e fumano soprattutto per ammazzare la noia. A progetto concluso si sono riscontrati buoni risultati: il 10% dei fumatori ha smesso di fumare mentre il 90 % ha ridotto il consumo di tabacco del 50 %.
Da non trascurare l’approccio umano con gli operatori esterni: “La cosa più importante che mi porterò dietro” scrive un detenuto “è la parte umana di questo corso, essersi interessati delle nostre problematiche senza creare quel distacco di giudizio che purtroppo molti eminenti scienziati mettono in pratica quotidianamente”.
Infine, considerato che il 15,34 % dei detenuti è afflitto da deficit della masticazione, il dottor Armando Fratini ha parlato di prevenzione dei disturbi del cavo orale a partire dall’infanzia, di impegni e progetti indirizzati alle scuole del territorio.
Per l’anno sociale appena iniziato il neopresidente dottor Esposito prevede ulteriore grande impegno per il Lions orvietano perché nell’anno solare che verrà, il 2013, la nostra città vivrà un evento eccezionale: l’apertura del Giubileo straordinario!