Caro amico, questa settimana ti scrivo …
Franco Raimondo Barbabella
Caro amico, così ti rispondo …
Pier Luigi Leoni
Priorità dello stato o dell’individuo?
Non chiederti che cosa fa lo stato per te, ma chiediti che cosa fai tu per lo stato. (John Fitzgerald Kennedy)
Non chiederti che cosa lo stato potrebbe fare per te; chiediti che cosa lo stato sta facendo per te. (David D. Friedman)
F. Com’è evidente, la prima frase centra l’attenzione sul ruolo dell’individuo, sulla sua capacità di iniziativa e sulla sua responsabilità sociale e politica. La seconda sottolinea il ruolo dello stato nel suo compito di decisore delle regole giuste ed efficaci della vita collettiva e di erogatore diretto o indiretto del complesso dei servizi che al momento si ritengono necessari ed adeguati alle aspettative.
In Italia è stata sempre scarsa la popolarità della prima, mentre è stata forte e diffusa quella della seconda. Oggi però non pochi, anche di orientamento liberale come ad esempio Oscar Giannino, preferiscono la seconda, soprattutto perché contestano il livello insopportabile della tassazione e sono disposti per questa ragione a passar sopra anche al grave problema dell’evasione fiscale. D’altra parte però il secondo rapporto EURES dimostra che l’evasione continua bellamente come prima e forse meglio di prima: la ricchezza prodotta e nascosta al fisco raggiungerebbe i 266 miliardi di euro (con una quota sul Pil compresa tra il 17% e il 18,1%), con una conseguente perdita in termini di gettito pari a circa 115 miliardi di euro. Allora: più stato o più individuo? Tu che ne pensi, anche con riferimento ad Orvieto?
P. La crisi delle ideologie ha avvicinato le posizioni socialiste (più orientate verso la giustizia sociale) a quelle liberal-democratiche (più orientate verso la libertà). Il luogo dell’incontro è quella che i tedeschi chiamano l’economia sociale di mercato, che impronta la politica dell’Unione Europea e quindi condiziona la politica italiana. È per questo che i grandi partiti sono evasivi sul tema del programma elettorale. Rischiano di dire delle banalità. Preferiscono accanirsi sulle rottamazioni della classe dirigente, sul nuovo nome del partito e sul gioco delle possibili alleanze. Ciò detto, non mi sembra potersi negare che sia l’evasione fiscale che l’eccessiva pressione fiscale rappresentano due scandali aggravati dallo scarso senso civico degli Italiani. Due scandali che devono essere arginati. Ma i grandi statisti europei fondarono l’Unione per una collaborazione che aiutasse i popoli anche a superare i vizi nazionali. Saranno i popoli civicamente più evoluti a costringerci a perseguire l’equità fiscale. Mi sembra che lo stiano facendo e non certo con mano leggera. Lasciamo che la destra e la sinistra nostrane cerchino di salvare la faccia.
Spese regionali: Fiorito è da cambiare, ma il sistema pure
Altrettanto indimenticabile l’inaugurazione della sede della Regione Campania a Manhattan, che costava di solo affitto un milione 140 mila euro l’anno. A quale scopo se lo chiese nell’autunno del 2005 Sandra Lonardo (la consorte di Clemente Mastella) che era allora presidente del consiglio regionale, visitando una struttura il cui responsabile, parole sue, «viene solo alcuni giorni ogni mese» e per la quale venivano pagati tre addetti il cui compito consisteva, allo scopo di promuovere l’immagine della Campania, nell’organizzare eventi ai quali non soltanto non partecipava «alcun esponente americano», ma nessuno «che parlasse inglese». Alla faccia. (Sergio Rizzo)
F. Com’è noto, anche le Regioni intraprendono iniziative che hanno attinenza con la politica estera. Così gli esempi di sperpero di denaro pubblico si sprecano: c’è l’apertura della sede della Regione Campania a Manhattan, ma ci sono anche i viaggi in tutto il mondo per ragioni spesso poco sostenibili sul piano logico, e c’è perfino il cofinanziamento di una missione spaziale della regione Lazio all’epoca del Presidente Francesco Storace, fino alle vere e proprie nefandezze che stanno venendo alla luce a valanga. Insomma non c’è solo il caso di Franco(ne) Fiorito detto Batman; c’è un vero e proprio sistema da smantellare, c’è un’organizzazione statuale da riformare in profondità e c’è un tessuto civile da ricostruire. Compito immane. Non so dire se ce la faremo, ma so che alla questione questa volta non si sfugge, anche perché si tratta di dotare il Paese di una classe dirigente diversa da quella che ci ha portati sull’orlo del baratro. E operazioni come queste non si fanno con gli strilli o i proclami, ma con analisi serie, visioni lungimiranti e azioni coraggiose. Bisogna farlo ad ogni livello. Noi dobbiamo farlo da qui.
P. È mio amico personale quel consigliere regionale del Lazio che ha sfilato un barattolo dalla base della piramide e ha fatto venire giù tutto, rimanendoci sotto pure lui. Questa è cronaca, ma per la storia il Laziogate rappresenta un avvenimento epocale perché ha sputtanato il federalismo all’italiana. Adesso un po’ tutti si vergognano delle regioni e fantasticano su nuovi e svariati assetti istituzionali. Era ora.
Razzia di rame al cimitero di Carnaiola: che cosa indica?
Come dieci giorni fa. Stessa razzia. Solo che stavolta ad essere preso di mira è stato il cimitero di Carnaiola, piccola frazione del Comune di Fabro. Come ad Allerona, i ladri nottetempo sono entrati nel camposanto e, con tutta calma, hanno smontato e portato discendenti, grondaie, caditoie, canaline di scolo delle acque piovane. Tutto quello che poteva contenere o essere fatto di rame…Domattina (oggi per chi legge, ndr) il sindaco di Fabro consegnerà alle forze dell’ordine le password per accedere alle registrazioni delle telecamere recentemente installate negli incroci dei sei comuni dell’Alto Orvietano. (OrvietoSi)
F. Sembrano ormai fatti quasi normali. In realtà i danni sono più seri di quanto non si creda: non solo il reato in sé e i danni alle casse comunali, ma la violazione di un luogo inviolabile come deve essere il cimitero; perciò la sensazione che non ci siano più aspetti e spazi considerati sacri dall’etica individuale; non ultimo il rafforzamento della tendenza ad affidare sempre più la sicurezza, in ogni luogo e in ogni condizione, a sistemi di protezione elettronica. Mi viene da chiedere: stabilito che si tratta di sistemi utili, siamo proprio sicuri che questo non generi assuefazione ad una falsa sensazione di sicurezza e non induca sottilmente alla rinuncia ad azioni di prevenzione su altri piani (etica pubblica, responsabilità civica, educazione individuale ecc.) strutturalmente necessari al mantenimento dell’organizzazione sociale?
P. Il vizio di violare i cimiteri è antico quanto la costumanza di seppellire i morti. È anche per questo che sono tramontate le religioni ctonie, quelle che consideravano la vita umana come il breve viaggio alla luce del sole di spiriti emersi dalla terra, alla quale tornavano portandosi dietro qualche souvenir che ne corredava le tombe. Orvieto è circondata di grandi necropoli ripetutamente violate. Credo che il primo antidoto ai ladri sacrileghi sia una cristiana sobrietà dei cimiteri, né mi scandalizza la sorveglianza elettronica. Ma certamente l’educazione è basilare. Senza l’educazione non si formano i cittadini. Qualche gita d’istruzione al cimitero (spettacolo della fine di tutti e scuola dei migliori pensieri) non farebbe male ai nostri studenti. Così come frequenti visite agli ospedali li abituerebbero a detestare chi specula sulle forniture sanitarie e si arricchisce sulle sofferenze umane.