In città, nell’ultimo scorcio temporale, la parola più in voga e massimamente circolante ad ogni angolo di via o di piazza è racchiusa nel vocabolo “Dimissioni” e nel verbo “Dimettere”, sia nella sua forma attiva che in quella riflessiva o passiva.
Chi le chiede, chi le invoca, chi le minaccia per poi ritirarle, chi infine le annunzia e coerentemente le attua. Nessuna istituzione cittadina ne è immune ed esente: l’ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale, le Commissioni Consiliari,la GiuntaMunicipale, i vertici della Fondazione bancaria, le Presidenze di Enti; non mancano all’appello neppure le segreterie di partito.
Non è certamente un “Belvedere”!.
Noi dell’Alfabeto per Orvieto vogliamo, invece, proporre la sostituzione del termine dimissione con quello di ammissione. Vogliamo, cioè, ammettere al governo cittadino che verrà i competenti nelle materie specifiche, i capaci di pensiero e di azione, i liberi dai condizionamenti del recente opaco passato, i limpidi nei comportamenti pubblici e privati, i lungimiranti nelle scelte, i lucidi e coraggiosi nelle decisioni.
Le Donne e gli Uomini per tale salutare operazione già vi sono: basterà ancora per poco attendere una benefica “bagnata di acqua piovana” e, allora, spunteranno come i preziosi funghi di Settembre.