Ore 10,00 del 27 agosto, Orvieto. Il sindaco Còncina ha presentato la sua iniziativa di eliminare tre commissioni e sintetizzarne il compito in una soltanto. “E’un tentativo di semplificazione e razionalizzazione dell’attività del Comune”, ha ricordato.
Per Leoni la motivazione di questa deliberazione è solida e la presenza di cinque gruppi consiliari rende difficile il funzionamento delle commissioni di indirizzo. Anche la valutazione della minoranza che la proposta del sindaco sia determinata dalla voglia di liberarsi di tre presidenti del centrosinistra ha una logica, almeno la stessa che utilizzò la minoranza attuale quando elesse tre presidenti tutti della propria parte.
Adriana Bugnini è intervenuta affermando che fu lo stesso Leoni, venerdì scorso, a dichiarare che siamo di fronte ad una provocazione. Bugnini ha definito questo un atto di arroganza e che non c’è nulla da risparmiare. Se il presidente del Consiglio desse le dimissioni- ha continuato- si potrebbe azzerare la situazione e sarebbe la soluzione di buonsenso.
Pizzo ha affermato che siamo di fronte ad un teatrino e che le commissioni hanno comunque un costo, che è almeno il rimborso dei datori di lavoro dei consiglieri impegnati.
Gialletti ha aperto il suo interevento ritenendo “inusuale ed inopportuno” che sia il sindaco a chiedere la modificazione del regolamento consiliare. Le motivazioni raccontate dal sindaco sono “barzellette”. La volontà è togliere le commissioni alla minoranza. “E’ un fatto grave e arrogante”. Gialletti ha dichiarato comunque la sua disponibilità a dimettersi, pur di salvaguardare la presenza delle commissioni.
Per Turreni è invece la vittoria dei cittadini sul “politicante”, “un atto di civiltà amministrativa”.
Mortini definisce l’iniziativa del sindaco “un atto di estrema arroganza” che colpisce tutto il Consiglio comunale e che non comporta risparmi.
Meffi apre con la difesa dell’azione del sindaco ed continua con un attacchetto alla sinistra. Un classico del consigliere ex PD.
Olimpieri punta sui risparmi, quelli che siano, e sul fatto che spesso nelle commissioni si fanno chiacchiere a vuoto che duplicano il Consiglio comunale. Stopponi ribadisce che non c’è riparmio: si accentrano in una sola commissione i tempi che erano precedentemente divisi in tre commissioni. Oppure, si rinuncia a discutere. “E il costo dei consiglieri delegati, perché non se ne parla?”.
Tonelli si è detto insoddisfatto del dibattito ed sostiene che non c’è alcuna motivazione politica ma soltanto razionalizzazione. Mariani ricorda che il Consiglio comunale di oggi costa quanto sarebbero costate tutte le commissioni da qui alla fine dell’anno. Ranchino propone al Consiglio un ragionamento che privilegia il risparmio e il dovere della politica locale di dimostrare un buoncostume che è obbligatorio perseguire. Il presidente Frizza ribadisce tutte le motivazioni virtuose che hanno portato alla scelta di chiudere tre commissioni.
Ciascuno degli intervenuti ha detto qualcosa di buonsenso, ma tutti sembrano perfettamente consapevoli che sulla decisione ha pesato certamente la voglia di scippare le poltrone al centrosinistra, giustamente o no, a seconda ovviamente del punto di vista.
Conclusione: non sappiamo quanto si sia risparmiato e quale semplificazione si sia ottenuta, non ci sono dati , ma certamente abbiamo tre presidenti in meno, Gialletti, Bugnini e Moscetti.