La Provincia di Terni si potrà salvare. E’ sufficiente che i comuni di Todi, Spoleto e Foligno si autodermino per accorparsi al territorio Ternano così che in questo modo saranno rispettati i due criteri di 350.000 abitanti e 2.500 kmq, e l’Umbria potrà così conservare le sue due provincie.
C’è tempo due mesi dopo che il governo ha emendato il decreto spending review consentendo che siano le autonomie locali a provvedere, se lo vogliono, a riorganizzare il proprio territorio.
Ma è assai improbabile che ciò possa accadere.
La ragione sta nel fatto che il sistema politico locale mentre è sempre pronto a unirsi e a stabilire alleanze tra destra e sinistra per fare lo scaricabarile sul governo nazionale e a protestare contro i tagli, non è altrettanto allenato per autoriformarsi in piena autonomia come la Costituzione gli consente.
Le ragioni vere per le quali questa autoriforma i politici umbri neanche proveranno a percorrerla non sono quelle di superare le caratteristiche geografiche, storiche o le peculiarità culturali di ogni singolo territorio o campanile. No. Questi sono solo spunti nobili per un dibattito e un confronto popolare.
Il vero nodo sta nella ridisegnazione dei collegi elettorali e nella riduzione dei posti elettivi disponibili. Salterebbero così equilibri politici tra i partiti e all’interno dei partiti stessi che nessun addetto ai lavori è felice di sottoscrivere o favorire specie quando ne risultano penalizzate le proprie chance di rielezione o simil collocazioni.
Perciò muoia Sansone con tutti i Filistei ?
Orvieto non è immune da questa ipocrisia. Dopo aver organizzato pulman e fischietti per la caciarata romana dell’altra settimana, i nostri dimostrino di mobilitarsi adesso verso il governo regionale e verso tutta la classe politica umbra chiedendo a tutti di lavorare agosto e settembre per salvare la nostra provincia e nel contempo accettando di ridimensionare le rappresentanze elettive.
Col cavolo che accadrà.