In uno scenario caratterizzato da un calo dei consumi interni (-34 per cento), una crescita dell’export (+78 per cento), più visibile nei paesi extraeuropei (+27 per cento), soprattutto nei paesi del “Bric” (Brasile, Russia, Cina e India), con importanti prospettive che si stanno sviluppando negli Stati Uniti, il mondo del vino umbro deve mettere a punto piani e strategie mirate di promocommercializzazione, non tanto e non più sulla base di un modello unico e generalizzato, ma mettendo a punto azioni specifiche che tengano conto delle tipologie dei diversi mercati, concordate e coordinate con gli operatori locali, in una stretta interazione sul campo. È quanto è stato sottolineato a Palazzo Donini, nel corso della riunione operativa, convocata dall’assessorato regionale all’agricoltura per fare il punto sullo stato di avanzamento del “Piano di Valorizzazione del Vino Umbro/ Il vino umbro nel mercato globale: punti di forza e di debolezza, scenari evolutivi e percorsi di sviluppo”, chela Regionedell’Umbria ha promosso, coinvolgendo nella sua redazione l’Inea (Istituto Nazionale per l’Economia Agricola) e la società di ricerca “Nomisma”. Il progetto (al quale è stato ufficialmente dato inizio il 27 gennaio scorso) dovrà entro luglio, sulla scorta di un’indagine che ha coinvolto una quarantina di aziende sottoposte a questionario, definire un quadro analitico dei punti di forza e di debolezza del sistema, per poi dedicarsi, focalizzandosi su “buyers” e importatori, ad analizzare il posizionamento del vino umbro rispetto ai mercati internazionali, così da giungere, in autunno, alla definizione di obiettivi, strategie e rischi per il futuro dei produttori vitivinicoli umbri. “La vitivinicoltura è un comparto importante della nostra agricoltura e della nostra economia – ha detto l’assessore all’agricoltura della Regione Umbria Fernanda Cecchini -, e questo piano, che abbiamo fortemente voluto, aiuterà i produttori e le imprese a comprenderne con esattezza il potenziale produttivo e a cogliere le migliori opportunità di valorizzazione sui mercati mondiali”.
“Le analisi macroeconomiche sono certamente importanti – ha detto l’esperto di promocommercializzazione del vino Fabio Piccoli, che con Denis Pantini e Raffaella Pergamo ha curato la presentazione dello stato attuale del progetto -, ma per un’azione efficace occorre andare sul campo e studiare con gli operatori locali come porsi sui singoli mercati, unico modo per sfuggire alle insidie di uno scenario complessivo fluido, in continua mutazione e sostanzialmente privo di solide certezze”.