Improvvisati traguardi alla mia corsa,
per le vittorie non cercate, mentre
penso che ho passato la vita
a cercare di spezzarla, come
l’ostia del sacrificio. Non conosco
preghiere adatte a questo Dio
silenzioso, gli sussurro parole
di qualche amore, vedo pieghe
e piaghe sulla sua fronte.
E nella chiesa dove stanno
attenti i quasi morti, cerco
la donna che non so, quella
che abita dove non esistono
donne, quella che indossa
gonne per essere nuda.
Improvvisate certezze alla mia febbre,
ma se guarisco, nessuno
mi consola il male antico.