Nel comune di Orvieto è necessario favorire lo sviluppo economico – del resto questo è uno degli obiettivi che ho considerato come assolutamente prioritario nelle mie idee programmatiche presentate quando ho deciso di candidarmi a Sindaco di Orvieto – anche per consentire una consistente crescita dell’occupazione, soprattutto giovanile e femminile.
Intensificare lo sviluppo economico risulta indispensabile non solo perché stiamo attraversando ad Orvieto, come del resto in tutta Italia, una crisi di notevole rilievo. Anche se tra qualche mese o qualche anno in Italia, nel suo complesso, si riuscisse ad uscire dall’attuale situazione di crisi, ugualmente ad Orvieto si presenterebbe la necessità di favorire lo sviluppo economico, affinché, soprattutto, siano affrontati una volta per tutte i problemi strutturali che da decenni ormai contraddistinguono l’economia orvietana – ad esempio un’evidente debolezza del tessuto produttivo sia dal punto di vista quantitativo che da quello qualitativo che si traduce in un’eccessiva presenza di microimprese e di imprese con bassi livelli di produttività e a scarso contenuto tecnologico delle produzioni -.
E solo affrontando tali problemi strutturali si riuscirà davvero ad accrescere in misura consistente l’occupazione, determinando anche una crescita dei flussi migratori in entrata, indispensabile per contribuire al verificarsi di un certo incremento della popolazione, obiettivo che sarebbe auspicabile.
E’ del tutto evidente però che i soggetti istituzionali che operano a livello locale non possono fare molto per favorire lo sviluppo economico locale soprattutto perché le competenze che ha, ad esempio, il Comune di Orvieto, come tutti i Comuni italiani, sono limitate (maggiori sono le competenze di altri enti locali prevalentemente la Regione) e poi perché il ruolo che devono svolgere gli imprenditori interni ed esterni al nostro territorio è e deve rimanere fondamentale.
Inoltre senza che si attui una politica economica nazionale veramente rivolta a promuovere la crescita economica, che non si può non accompagnare ad una politica economica con le stesse caratteristiche portata avanti dall’Unione europea e da gran parte dei governi dei paesi che aderiscono all’Ue, quanto meno da quelli più importanti, è molto difficile realizzare in singoli comuni degli interventi volti ad intensificare lo sviluppo economico.
Pur considerando tutto ciò, qualcosa il Comune di Orvieto ed altri soggetti che operano a livello locale possono fare, anzi più di qualcosa.
In questa nota mi occupo soprattutto di un singolo intervento, tendente ad accrescere il peso assunto dal settore manifatturiero nell’ambito del sistema economico locale, obiettivo che mi sembra decisamente importante, pur rilevando che, senza alcun dubbio, gli altri settori economici non devono essere trascurati, tutt’altro.
Il consorzio Crescendo ha a disposizione un’area di complessivi 160.000 mq. da destinare ad insediamenti produttivi in località Fontanelle di Bardano. A tale proposito sembrano superate le difficoltà burocratiche – causate da comportamenti sia del consorzio sia del Comune – che hanno impedito fino ad ora di assegnare i lotti di quest’area alle imprese potenzialmente interessate.
Si consideri che in un’area di quelle dimensioni si potrebbero realizzare capannoni per un’estensione totale pari a circa 100.000 mq. e che si potrebbero quindi localizzare in quell’area circa 50 nuove imprese e forse anche di più, dipende ovviamente dalla loro dimensione media. Ed è probabile che si potrebbero creare alcune centinaia di nuovi posti di lavoro.
A mio avviso, però, affinchè si possa effettivamente realizzare l’insediamento di quel numero di imprese, sarebbe necessario ridurre considerevolmente il costo che gli imprenditori dovrebbero sostenere per l’acquisto del terreno e per le opere di urbanizzazione. Complessivamente il costo di cui si dovrebbero fare carico gli imprenditori, per l’intera area, si aggirerebbe intorno ai 10 milioni di euro. Io credo che almeno il 50% di questa somma potrebbe essere messa a disposizione dalla Regione, dalla Provincia di Terni, dalla fondazione della Cassa di Risparmio di Orvieto, dalla Cassa di Risparmio di Orvieto e da altri istituti di credito che sono presenti nel nostro comune e forse si potrebbe raggiungere anche il 100% (in considerazione delle notevoli difficoltà finanziarie non credo che il Comune di Orvieto possa per il momento mettere a disposizione delle risorse finalizzate a questo obiettivo). Tra l’altro la fondazione della Cassa di Risparmio di Orvieto potrebbe anche destinare al fine citato, oltre a risorse proprie, i proventi derivanti da eventuali finanziamenti appositamente accesi, ottenibili grazie al notevole patrimonio di cui dispone.
In questo modo, se il costo che i nuovi imprenditori dovrebbero sostenere per l’acquisto del terreno e per le opere di urbanizzazione fosse ridotto in misura consistente o addirittura azzerato, l’ “appetibilità” di quell’area risulterebbe notevolmente accresciuta.
E le somme che i soggetti citati potrebbero mettere a disposizione sarebbero da considerare come dei veri e propri investimenti che, almeno per alcuni di essi – gli istituti di credito soprattutto -, determinerebbero negli anni successivi dei proventi aggiuntivi che altrimenti non si verificherebbero. Inoltre, in questo modo, altri soggetti, come ad esempio la fondazione della Cassa di Risparmio di Orvieto, perseguirebbero in misura maggiore le loro finalità istituzionali, tra le quali dovrebbe essere prioritaria la promozione dello sviluppo economico.
Ovviamente a tale operazione si dovrebbe accompagnare un’efficace azione di marketing territoriale che non può che essere realizzata dalla Regione dell’Umbria o tramite la Sviluppumbria o tramite soggetti esterni ancor più qualificati.
Del resto operazioni simili sono state attuate, in altre parti d’Italia.
Certo la necessaria politica per favorire lo sviluppo economico locale non si dovrebbe limitare a questo progetto che ho appena delineato nelle sue caratteristiche essenziali, ma il progetto in questione potrebbe rivelarsi senza dubbio importante e molto utile.
Insieme a questo possibile intervento in questa nota mi limito solamente a fornire delle indicazioni di carattere generale circa altre possibili azioni.
Non si potrà fare a meno di attuare una politica economica rivolta a tutti, nessuno escluso, i principali settori economici che contraddistinguono l’economia orvietana. E’ noto che il sistema economico locale è sempre stato un sistema piuttosto articolato, nel quale, diversamente da altri – un caso emblematico è rappresentato dall’economia ternana che soprattutto in passato si basava quasi esclusivamente sulla grande industria con le cosiddette acciaierie e con il settore chimico – era ed è contraddistinto dalla presenza di più settori, dal turismo, al commercio, all’artigianato, all’edilizia, all’agricoltura. Senza addentrarmi, per il momento, nell’elencare proposte specifiche che interessino i singoli settori, mi limito ad evidenziare alcune azioni che possono riguardare tutti i settori.
In primo luogo è necessario adoperarsi affinchè si accresca la propensione al rischio imprenditoriale nell’ambito della società orvietana. Tale propensione è stata da sempre del tutto insufficiente e continua ad esserlo. E, a mio avviso, ciò è dipeso soprattutto dalla diffusa presenza di atteggiamenti culturali che contrastano con la nascita e la crescita di iniziative imprenditoriali davvero importanti. Ciò vuol dire che sarebbe indispensabile mutare quanto meno alcuni elementi della mentalità prevalente, dello stesso modo di pensare, di componenti significative della società orvietana. Pertanto non si potrà fare a meno di attuare interventi rivolti alle giovani generazioni con l’obiettivo di accrescere la loro disponibilità a realizzare nuove iniziative imprenditoriali, anche destinando risorse finanziarie specifiche volte a favorire gli investimenti produttivi realizzati appunto da giovani. Tutto questo si rivela ancor più necessario se si considera che per accrescere in misura consistente lo sviluppo economico locale non si potrà fare affidamento esclusivamente su soggetti imprenditoriali esterni al nostro territorio, anche se occorrerà stimolare una loro maggiore presenza ad Orvieto.
In secondo luogo occorrerà operare e per accrescere le dimensioni delle imprese già operanti nei diversi settori e per migliorare i loro livelli di produttività. Per raggiungere questo obiettivo potrebbe risultare utile anche una maggiore diffusione di forme consortili tra le imprese esistenti e lo svolgimento di un ruolo più efficace da parte della associazioni imprenditoriali che dovranno erogare servizi più qualificati ed innovativi, non limitandosi, come spesso avviene, alla consulenza fiscale e del lavoro.
Sarà poi necessario che i diversi istituti di credito presenti ad Orvieto mutino radicalmente il loro modo di operare, sostenendo dal punto di vista finanziario i progetti imprenditoriali più innovativi e di maggiore interesse, non limitandosi alla verifica delle pur necessarie garanzie personali di natura patrimoniale degli imprenditori che chiedono ad essi l’erogazione dei necessari finanziamenti. Sottolineare questo aspetto non è certo una novità, e non riguarda solo Orvieto, ma è comunque indispensabile evidenziarlo ancora una volta, perché, nel corso degli anni i modelli di comportamento delle banche non sono certo migliorati e forse sono anche peggiorati.
Inoltre, potrà rivelarsi molto utile l’istituzione di una consulta per l’economia a cui partecipino, oltre ovviamente all’assessorato allo sviluppo economico del Comune, rappresentanti delle associazioni imprenditoriali, dei sindacati dei lavoratori dipendenti e degli istituti di credito, oltre che della fondazione della Cassa di Risparmio di Orvieto, per analizzare costantemente la situazione economica locale e per individuare le iniziative, anche comuni, per affrontare i diversi problemi che, volta per volta, si presentano.
Infine le agenzie che per conto della Regione dell’Umbria attuano interventi per favorire lo sviluppo economico, soprattutto Sviluppumbria e Gepafin (prevalentemente la prima considerando che la Regione intende attribuirle sempre maggiori competenze ad esempio quelle relative alla promozione turistica), dovranno garantire una loro maggiore presenza nel territorio orvietano, non trascurando le esigenze che si manifestano a livello locale, come spesso avvenuto in passato. Anche questo è uno dei “capitoli” di quella vertenza con la Regione dell’Umbria di cui ho scritto più volte e di cui riconfermo la necessità.