Unicoop Etruria ha annunciato l’ennesimo pesantissimo piano di dismissioni: chiusura di numerosi punti vendita e 180 esuberi nelle sedi amministrative di Vignale e Castiglione del Lago, oltre alle ricadute che colpiranno centinaia di lavoratrici e lavoratori della rete commerciale in Umbria, Toscana e Lazio.
Siamo di fronte all’ulteriore capitolo di una strategia che, da anni, smantella pezzo dopo pezzo tutto ciò che era patrimonio sociale della cooperazione.
UNICOOP TIRRENO: UNA STORIA DI DISMISSIONI CHE CONTINUA
Questa non è una “novità”: è l’ennesima tappa di un percorso fatto di vendite, cessioni, chiusure.
Già nei mesi precedenti Unicoop Tirreno aveva ceduto interi pezzi della propria rete commerciale, dimostrando un modello di gestione che guarda alla riduzione dei costi e alla svendita degli asset, invece che al rilancio, agli investimenti e alla tutela del lavoro.
Oggi, con Unicoop Etruria, questa logica continua e peggiora.
CGIL, CISL E UIL: ANNI DI AVALLI E SCELTE SBAGLIATE
È inutile far finta di nulla: la situazione attuale non nasce dal nulla.
Le segreterie di CGIL, CISL e UIL, a livello locale e nazionale, per anni hanno avallato tutte le operazioni aziendali, firmato accordi peggiorativi, accettato ristrutturazioni, trasferimenti, tagli e svendite senza mai aprire un vero conflitto.
Oggi si indignano, ma è anche grazie a quelle scelte che il gruppo è arrivato a questo livello di crisi.
LO SCIOPERO DEL 18: DECISO SENZA CONFRONTO E TROPPO DEBOLE
Le tre confederazioni hanno già proclamato uno sciopero per il 18.
Una data decisa senza alcun confronto e senza alcuna volontà di costruire una mobilitazione comune.
Soprattutto, una data che non tiene conto dell’impatto sociale e mediatico che avrebbe avuto uno sciopero più vicino al Natale, quando la visibilità sarebbe stata enormemente maggiore e il segnale verso l’azienda decisamente più forte.
I COBAS, nonostante le modalità totalmente unilaterali con cui la data è stata definita, aderiscono allo sciopero per non dividere le lavoratrici e i lavoratori.
Ma sia chiaro: non ci limitiamo a questo, e non escludiamo affatto ulteriori iniziative, più forti, più mirate e realmente conflittuali se l’azienda non ritirerà questo piano scellerato.
REGIONE UMBRIA: CONVOCAZIONI A METÀ
In queste ore abbiamo avuto notizia di una convocazione presso la Regione Umbria.
Ebbene: non siamo stati invitati, nonostante i COBAS siano firmatari del contratto integrativo aziendale e partecipino a pieno titolo a tutte le relazioni industriali.
Vogliamo credere che si tratti di una disattenzione e non di un’esclusione deliberata.
In ogni caso, pretendiamo immediata correzione e partecipazione al tavolo.
COBAS: UNITÀ E LOTTA PER DIFENDERE POSTI DI LAVORO E TERRITORI
La situazione è drammatica, ma non irreversibile.
Servono azioni chiare:
Difesa totale dell’occupazione;
Blocco delle chiusure e delle cessioni;
Trasparenza sui bilanci e sulle scelte strategiche;
Mobilitazioni crescenti, non solo testimonianze;
Unità vera tra i lavoratori, non accordi già scritti nelle segreterie.
I lavoratori non devono pagare errori che altri hanno commesso.
I COBAS ci sono, ci saranno nello sciopero del 18 e in ogni azione necessaria — anche più incisiva — per difendere posti di lavoro, diritti e territorio.









