Venerdi 23 maggio, alle ore 20:30, il Cinema Corso di Orvieto ospiterà la proiezione speciale del documentario La Mir – Storie da un mondo di pace, diretto dalla regista Chiara Atalanta Ridolfi. L’evento rappresenta un’occasione significativa per la città, non solo per il valore culturale dell’opera, ma anche per la presenza della stessa regista, che interverrà insieme al giornalista Claudio Lattanzi.
La Mir è un’opera che nasce dal desiderio di raccontare un luogo e una comunità in cui la pace non è soltanto un’aspirazione, ma una pratica quotidiana, vissuta attraverso le relazioni, la creatività e l’impegno collettivo. Il titolo stesso – “La Mir” – richiama la parola slava per “pace” e, allo stesso tempo, richiama un’idea di mondo altro, possibile, fondato sulla condivisione e sul rispetto.
Il documentario, frutto di un lavoro di scrittura, regia e montaggio curato da Chiara Atalanta Ridolfi, si avvale della fotografia di Sara Turratori, delle musiche originali di Arturo Annecchino e del montaggio di Francesco Garberson. A completare il team, la produzione è firmata da Alfredo Borrelli e Lorenzo Borrelli. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.
CHE COS’E’ LA MIR
La Mir, cooperativa sociale di sartoria e laboratorio artigiano, è un luogo che accoglie, forma e impiega persone che, per ragioni diverse, vivono situazioni di fragilità. Soggetti con invalidità fisica o psichica, detenuti in regime di semi-libertà, donne vittime di violenza, minori in difficoltà, anziani senza più occupazione, trovano qui un’alternativa all’isolamento. Tra le mura dell’antico oratorio della Misericordia, nel centro storico di Orvieto, Alessandra, fondatrice e cuore pulsante, e Massimo, suo braccio destro fin dall’inizio, collaborano insieme ad una ventina tra lavoratori e volontari in nome di un progetto di “artigianato di pace” basato sui principi cristiani di Ecologia Integrale, manutenzione, riciclo e su una pratica quotidiana di inclusione, al di là di ogni provenienza
ed orientamento. La Mir è un posto inconsueto, dove chiunque può entrare e prendere ma anche entrare e dare; dove si recupera ciò che altrimenti verrebbe buttato via. In un mondo abituato solo a usare e gettare, quanto spazio c’è per una realtà così?
IL DOCUMENTARIO
Ho scritto e diretto questo documentario per raccontare la storia di una piccola comunità laboriosa di “artigiani e artigiane di pace” che opera nel cuore della cittadina in cui sono nata e cresciuta.
Il mio desiderio era quello di restituire volume a persone che parlano sottovoce in un mondo abituato ad urlare, e conservare la memoria di piccole situazioni quotidiane che compongono nel tempo grandi opere che meritano di essere riconosciute. Perché nonostante i dieci anni di attività, i molti macchinari specializzati, le grandi commesse, l’importante ruolo di ricucitura sociale svolto sul territorio ed i premi vinti, come quello di Ambasciatrice di Economia Civile 2022 di Next Nuova Economia, ci vuole forza e determinazione per far vivere un posto come la Mir. Che non gode di sovvenzioni e si basa esclusivamente sul proprio lavoro. Un posto così trasversale, così fuori dalla logica del profitto in un’economia globale basata sul consumo e sullo spreco, dove il lavoro diventa strumento di conquista della dignità individuale, di guarigione e di emancipazione.
Un posto dove non esistono barriere, dove ognuno arriva con le proprie ferite, le proprie mancanze e, proprio attraverso il lavoro, in uno spazio condiviso e ricco di scambi, evolve, progredisce, guarisce. Una specie di rete di salvataggio per chi vive momenti di fragilità, qualcosa che nasce dal basso ma è in grado di sospingere verso l’alto.
Ciò che mi ha colpito, sin dall’inizio, è stata la forte spiritualità̀ religiosa che si respira qui, il misticismo diffuso, ma con silenzioso rispetto delle diversità̀, che sottende tutto. Grande è la capacità di accogliere di questo posto, accogliere e rimettere in circolo, e tessere ogni giorno un nuovo capitolo fatto di persone e situazioni sempre in continuo divenire, di nuove sfide quotidiane. La Mir è un posto da cui filtra un’atmosfera speciale, miracolosa e allegra, restituita nel documentario dalle musiche originali di Arturo Annecchino e dalla suggestiva fotografia di Sara Purgatorio.
Dalla sartoria, alla scuola, alle case degli anziani, al carcere, seguendo i personaggi, i loro gesti legati al lavoro, alla manualità̀ma anche al carattere, impareremo a conoscerli: Nicola, portatore di sindrome di Down, Giada, Beatrice e Iuri, che provengono dalle scuole del circondario, Isolina, che isolata non è più̀, i ragazzi del Gruppo Inventio del Liceo Scientifico di Orvieto, i detenuti lavoratori dei reparti di Tessitoria e Sartoria della Casa di Reclusione, le sarte anziane che lavorano da casa, le volontarie, e poi Alessandra, Massimo, le gatte che abitano nel laboratorio e tutti gli altri, persone che vengono e che vanno, continuamente, che prendono e danno, in un’osmosi continua in grado di generare crescita ed emancipazione attraverso il lavoro.
La Mir è l’affresco di una comunità̀ eterogenea, composita e fluida, sempre in movimento, costituita di persone spesso diversissime sotto ogni punto di vista: provenienza, religione, classe sociale, età̀, condizione personale. Diversità che si completano perché̀ qui ciascuno dà secondo le proprie possibilità̀ e prende secondo i
propri bisogni, con grande naturalezza.
Chiara Atalanta Ridolfi
Laureata in Antropologia e diplomata in Sceneggiatura alla Scuola Nazionale di Cinema – CSC di Roma, Chiara Atalanta Ridolfi ha scritto sceneggiature per lungometraggi, cortometraggi, radiodrammi e spettacoli teatrali, insegnato in diversi laboratori ministeriali e scuole statali. Tra i suoi lavori Magma-Mattarella il delitto perfetto, di Giorgia Furlan, prodotto da 42° Parallelo, Nevia, di Nunzia De Stefano, prodotto da Matteo Garrone e Rai Cinema, Mamma+Mamma, di Karole Di Tommaso, prodotto da Bibi Film e Rai Cinema, Questi Giorni, di Giuseppe Piccioni, prodotto da 11 Marzo Film, Publispei e Rai Cinema, Nessuno mi pettina bene come il vento, di Peter Del Monte,
prodotto da 11 Marzo Film e Rai Cinema, Storie Sospese, di Stefano Chiantini, prodotto da Faso Film. La Mir è il suo primo lavoro da regista.