Beatrice Casasole (Civitas) – nello spazio delle question time dell’ultimo consiglio comunale – ha espresso solidarietà alla presidente della Regione Umbria per gli insulti ricevuti sui social e ha chiesto all’amministrazione il supporto e la collaborazione per organizzare iniziative, anche rivolte alle scuole, di sensibilizzazione rispetto alla rilevanza della violenza verbale e dell’uso dei social nel fenomeno della violenza contro le donne.
“Una forma subdola che non lascia lividi visibili, ma segni profondi e che lede la dignità, la serenità e la libertà di chi la subisce – ha denunciato Casasole – Viviamo in un’ epoca in cui i social amplificano la voce di chi odia, insulta e minaccia. Donne attaccate per il solo fatto di esprimere un opinione, ricoprire un ruolo importante o semplicemente di esistere. Anche il silenzio davanti a parole offensive o atteggiamenti discriminatori, diventa complicità. Come donna ho letto ciò che ha recentemente denunciato la Presidente della Regione a cui va la mia solidarietà. La stessa che ho espresso al Sindaco quando è stata oggetto in campagna elettorale e non, di altrettante parole pesanti che non avevano niente a che fare con la politica. Contrastare la violenza significa anche rieducare lo sguardo ed il linguaggio. Significa insegnare fin da piccoli che le parole hanno un peso,che possono ferire e condizionare, ma che possono essere anche strumenti di rispetto e di ascolto”.
“Non posso che condividere con lei – ha risposto il sindaco Roberta Tardani – lo sdegno per quello che accade molto spesso a noi donne, ma non solo. Ho espresso solidarietà alla presidente della Regione che è stata oggetto di parole di cattivo gusto molto gravi, insulti che ho ricevuto anche io come donna sui social. C’è la necessità di interrogarsi sul ruolo che devono avere questi importanti strumenti di comunicazione.
Oggi abbiamo espresso tutti quanti la solidarietà alla presidente della Regione, però devo dire onestamente che quando mi sono stati rivolti gli stessi insulti non c’è stata un’altrettanta ferma condanna da parte di altre donne appartenenti alla vita politica cittadina. E non si trattava solo di social ma anche di testate on line con ‘cavalieri pallidi’ che insultavano pesantemente il candidato sindaco Tardani e pseudonimi che facevano altrettanto.
Quindi credo che non ci debba essere ipocrisia in questo ambito e la condanna deve valere per tutti, al di là di quale posizione politica si ricopra. Mi impegnerò, anche grazie al suo contributo e attraverso gli strumenti che riterremo opportuni, per sensibilizzare soprattutto i giovani su questo tema perché i social sono una grande possibilità di comunicazione per veicolare anche messaggi importanti ma credo che sia necessario comprendere come utilizzarli correttamente. Non si può dire qualunque cosa sui social network perché poi può essere anche passibile di denuncia e punibile”.