di Dante Freddi
Nei giorni sorsi, la minoranza consiliare al Comune di Orvieto ha presentato un’interrogazione per acquisire informazioni puntuali sulle ipotesi di gestione del “Palazzo del vino e dei prodotti della Terra – Centro delle Culture Agroalimentari ed Enogastronomiche dell’area interna Orvietano” presso l’ex convento di san Giovanni a Orvieto.
Considero l’interrogazione un’occasione preziosa per evidenziare una questione di metodo e una di contenuto.
Metodo: per costruire un progetto che valorizzi quel luogo, dove è previsto, tra l’altro, di” sviluppare percorsi educativi di formazione agroalimentare ed enogastronomica”, sarebbe utile convocare a un confronto associazioni di categoria e culturali, che sicuramente possiedono idee per sviluppare il progetto e suggerire idee per la sua gestione, che deve certamente coinvolgere quell’area interna omogenea e preziosa su questo tema che è l’area interna Sud-Ovest Orvietano, 20 comuni da Città della Pieve a Penna in Teverina. Se le scelte vengono compiute soltanto tra amici, anche competenti, ci perdiamo molte ricchezze che poterebbero inaspettatamente emergere.
Contenuto: anche in questo caso mi riferisco a un contenuto esemplificativo, certamente non il più importante ma che ha il suo valore. Una simile struttura dovrebbe offrire la possibilità di crescita a iniziative economiche e culturali che si occupano di vino e di prodotti della terra e di tutta la cultura che li anticipa, li caratterizza e li racconta.
L’associazione Pier Luigi Leoni si occupa di affermare lo studio della Gastrosofia e quindi dell’alimentazione sotto l’aspetto storico, sociologico, agricolo, medico, gastronomico, enologico. È stato pubblicato anche un manifesto di intenti sui cui contenuti è nato il Cenacolo gastrosofico d’Italia Pier Luigi Leoni, con, tra le finalità, quella di istituire a Orvieto un centro di studi gastrosofici.
Lì al San Giovanni, insieme a tante altre idee, ce lo vedrei bene ma nessuno ci ha invitato a parlarne e a sottoporlo agli altri portatori di interesse economico o culturale. E sì che quel manifesto è stato redatto da persone che possiedono competenze gastrosofiche e organizzative e potrebbero aiutare alla definizione del progetto e alla gestione, ovviamente soprattutto a titolo di volontariato.
Segue il testo dell’interrogazione, che inquadra la vicenda.
Il testo dell’interrogazione
Nel mese di novembre scorso, la Sindaca Tardani ha inaugurato il “Palazzo del Vino e dei Prodotti della Terra – Centro delle Culture Agroalimentari ed Enogastronomiche dell’area interna Orvietano”. Questo intervento, previsto dall’accordo di programma-quadro dell’area interna Sud-Ovest Orvietano siglato nel 2018, è stato finanziato con i fondi POR FEASR 2014-2020 per un importo di 670.000 euro. Il GAL Trasimeno Orvietano ha gestito l’istruttoria del bando, amministrando risorse già finalizzate. I lavori sono stati completati nel mese di aprile 2024.
Le finalità dichiarate di questo progetto includono la creazione di un punto di accesso informativo dedicato alle risorse agroalimentari ed enogastronomiche del territorio, rivolto a turisti, residenti e operatori del settore. L’obiettivo è istituire una sorta di Emporio dei Prodotti della Terra e dell’Artigianato, integrato con un Centro di Documentazione Territoriale per la raccolta e la valorizzazione del patrimonio agricolo e gastronomico locale, nonché un luogo dove sviluppare percorsi educativi di formazione agroalimentare ed enogastronomica.
L’intervento progettuale riguarda la valorizzazione del comparto agroalimentare di tutta l’area interna Sud-Ovest Orvietano e non solo una parte di essa, implicando la partecipazione di tutti i soggetti organizzati operanti nel settore alla definizione della gestione e del programma.Alla luce di quanto sopra, si chiede:
In che modo e con quali strumenti si intendono coinvolgere i comuni facenti parte dell’area interna e i soggetti organizzati della stessa area (rappresentanze di categoria, associazioni culturali e di promozione, consorzi, scuole, enti del terzo settore, ecc.) nella gestione e nella definizione dei programmi del “Palazzo del Vino e dei Prodotti della Terra – Centro delle Culture Agroalimentari ed Enogastronomiche dell’area interna Orvietano”.
Per quale ragione non sono stati convocati, neppure informalmente, i soggetti organizzati operanti nel settore dell’agroalimentare e dell’enogastronomia per avviare un confronto sulle strategie di gestione, valorizzazione e promozione.
Attraverso quali strumenti finanziari ed economici si intende provvedere al funzionamento di base della struttura.
In considerazione della natura di “bene comune” della mission del progetto, come si intende avviare il percorso di co-progettazione e co-programmazione finalizzato alla gestione e alla definizione della strategia delle attività del “Palazzo del Vino e dei Prodotti della Terra”, da attuare secondo rigorosi criteri di trasparenza e partecipazione.
I consiglieri di opposizione
Federico Giovannini
Cristina Croce
Roberta Palazzetti
Stefano Biagioli
Mauro Caiello
Daniele Di Loreto