La CGIL di Terni si è riunita, con le proprie strutture, per approfondire i temi legati ai servizi socio-sanitari-assistenziali sul territorio provinciale per rilanciare le proprie proposte e individuare priorità di intervento rispetto alle ancora evidenti criticità che sempre di più ricadono sulle cittadine e i cittadini.
Ribadiamo la necessita di lavorare ad un nuovo piano sanitario regionale con una chiara impronta di intervento pubblico per potenziare la sanità territoriale partendo dall’investimento nella prevenzione sul terriotrio. Ciò deve avvenire attraverso l’implementazione dei medici di base e sul rafforzamento, attraverso le case della salute, ospedali di comunità, presidi territoriali medici e infermieristici, delle prestazioni sanitarie di prossimità adeguate alle diverse esigenze e bisogni mutati rispetto all’andamento demografico.
E’ necessario ridefinire l’appropriatezza della cura attraverso una attenta analisi epidemiologica, ricostituendo il “registro tumori”, con la capicà di predisporre servizi e specializzazioni mediche adeguati alla reale domanda di prestazioni sanitarie. Il territorio ternano necessita di una qualificazione della rete ospedaliera con interventi edilizi, assunzioni di personale, investimenti tecnologici e una nuova e diversa organizzazione delle prestazioni che sempre di più devono puntare a qualità e efficienza.
A tal proposito ribadiamo la ridefinizione della mission dell’ospedale di Orvieto, l’accelerazione della costruzione dell’ospedale di Narni-Amelia e sopratutto l’intervento sull’ospedale di Terni. Terni ha necessità di una nuova struttura ospedaliera, rispondente agli attuali bisogni di cura della comunità ternana e capace di continuare ad essere polo attrattivo per le regioni limitrofe garantendone il profilo di alta specialità.
Va affrontato in modo strutturato il problema di abattimento delle liste di attesa. E’ necessario che l’offerta delle prestazioni del servizio sanitario pubblico siano in numero adeguato e rispondano alle richieste che arrivano dai cittadini .Occorrono per far questo certamente risorse aggiuntive certe e durature ma anche una nuova e diversa gestione , dell’insieme delle strutture territoriali, che permetta una programmazione capace di organizzare, sistematicamente prestazioni necessarie a risolvere il problema.
Serve infine migliorare la rete post cura, attraverso una nuova e diversa organizzazione dei servizi domiciliari e assistenziali che tenga conto della domanda territoriale che richiederà sempre di più un incremento di servizi e prestazioni. La riabilitazione non può essere a carico delle famiglie e/o delle strutture private.
Su queste priorità, dentro una idea di sanità diversa da quanto avvenuto in questi ultimi anni, auspichiamo che la nuova giunta regionale apra velocemente il confronto con le parti sociali per ragionare delle prospettive sul versante sanitario, attraverso un nuovo Piano Sanitario Regionale, e condividere interventi immediati rispetto alle urgenze e criticità presenti sul territorio che cittadine e cittadini vivono quotidianamente.