L’annunciato convegno “Oltre le barriere…verso una cultura dell’inclusione, attraverso un approccio multidisciplinare, confronto e sperimentazione, Universal Design”, tenutosi venerdì 11 ottobre nella Sala DigiPass della Nuova Biblioteca Pubblica “Luigi Fumi” di Orvieto si è aperto con il messaggio del ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli.
Nella lettera, letta dalla presidente della Sezione di Orvieto di Fidapa Bpw Italy, Paola Morelli, oltre al saluto ai presenti, si sottolinea come tali eventi siano preziosi momenti di riflessione sulle azioni da mettere in campo per garantire, a ogni persona, il diritto alla piena partecipazione alla vita civile, sociale e politica.
Il ministro ha evidenziato anche la necessità di superare norme datate che fanno riferimento alla sola accessibilità, poco alla fruibilità per nulla al diritto di potersi muovere, il più possibile, in autonomia. La presidente di Fidapa Orvieto ha introdotto il tema del convegno, particolarmente attuale a pochi giorni dal G7 in Umbria, volto a sollecitare un cambiamento culturale nell’approccio alla disabilità, nella convinzione che l’inclusione richiede impegno collettivo per superare le barriere architettoniche, mentali e sociali che ci separano.
Dopo gli altri saluti istituzionali, del vicesindaco di Orvieto, della presidente dell’Osservatorio Regionale Umbria per i diritti delle persone con disabilità, e del residente dell’Ordine e della Fondazione degli Architetti P.P.C. della Provincia di Terni, numerosi professionisti, esperti in vari settori, e del mondo produttivo, si sono susseguiti nei loro interventi, coordinati dall’architetto Catia Cruciani, socia Fidapa, proponente e referente del progetto.
Interessanti le relazioni. Il dottor Marco Lodi Pasini, terapista occupazionale di Varese, nuova figura di collegamento socio-sanitario e tecnico della progettazione, ha parlato della classificazione internazionale della funzionalità, facendo un quadro di come si sia evoluto il concetto di disabilità.
Progettazione accessibile e Universal Design è stato oggetto dell’intervento dell’architetto Giovanni Del Zanna di Milano, evidenziando come la cosiddetta progettazione accessibile e ampliata possa andare oltre l’approccio appiattito della normativa e essere stimolante e gratificante anche per i professionisti, a beneficio di tutti.
E’ stata, poi, la volta dell’intervento del Garante per i diritti delle persone con disabilità della Regione Umbria, l’avvocato Massimo Rolla di Perugia, che ha sottolineato come ancora tanta strada ci sia da fare in Italia, seppur il nostro Paese sia all’avanguardia per l’inclusione scolastica e lavorativa. L’intervento si è concluso con l’augurio che non debba esistere più in futuro la figura del Garante, perché vorrà dire che i diritti, oltre che sanciti, saranno anche rispettati.
La dottoressa Roberta Ermini, fisioterapista presso l’Ospedale di Orvieto e socia Fidapa, ha illustrato l’evoluzione degli ausili nel corso del tempo, e il percorso riabilitativo e di inserimento nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, con l’auspicio di inserire nel percorso anche il fallow up. La parola è poi passata al mondo della produzione. Francesco Mazzarella, responsabile Healt Care della Ponte Giulio S.p.a. leader nel settore, ha illustrato come l’Azienda abbia puntato a superare l’immagine “sanitarizzata” degli ausili nel settore bagno, con la produzione di oggetti innovativi e di design, per far fronte al sempre maggiore bisogno di confort, a prescindere da età, disabilità e difficoltà motorie.
L’ingegnere architetto Noemi Migliavacca di Cagliari, consigliera Nazionale di AIDIA – Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti, dopo aver portato i saluti della presidente, l’ingegnere Donatella Cristiano, ha trattato dell’approccio progettuale femminile. Ha rammentato, poi, come la disabilità non sia di pochi, considerato che ogni individuo lo è stato, lo è o, probabilmente lo sarà, anche per un breve periodo, come in caso di disabilità motorie temporanee, ad esempio in gravidanza, per eventi traumatici o nella terza età.
Alle relazioni è seguita una parte esperienziale, di forte impatto emotivo sul pubblico coinvolto, assistito da tutors, attraverso piccole prove pratiche, con le quali si è cercato di simulare le difficoltà che le persone con disabilità incontrano durante le azioni di vita quotidiana. Questa fase, molto partecipata e apprezzata dai presenti, è stata occasione, per i partecipanti, per rendersi conto quanto alcune situazioni, date per scontate nella vita di tutti i giorni, in realtà, in alcune condizioni, siano difficoltose da affrontare.
Dopo un vivace dibattito tra i partecipanti alle prove esperenziali e i relatori, l’incontro si è concluso con la speranza che si sia fatto un passo avanti per una maggiore sensibilizzazione al tema e verso la cultura dell’inclusione.