Ho letto in un’intervista rilasciata da Roberta Palazzetti alcuni passaggi su cui sento il dovere di avanzare specifiche precisazioni. Dopo aver dichiarato in forma pubblica la disponibilità a candidarmi su sollecitazione di un gruppo di amici cattolici orvietani, avevo altrettanto chiaramente espresso il dubbio che servisse una semplificazione delle candidature già allora avanzate. Grazie ad alcuni politici locali di Italia Viva, è stato organizzato un incontro dei tre candidati alternativi alla Sindaca uscente, che si è svolto in modo assolutamente sereno e in cui non figurava un rappresentante ufficiale del PD. Già questa circostanza mi induce a dire che non risponde al vero che in quell’incontro il PD abbia chiesto a Palazzetti di ritirare la disponibilità alla competizione.
Nel corso della riunione, e con la consueta chiarezza, la Palazzetti ha escluso di Poter fare un passo indietro perché la sua candidatura aveva già trovato una strutturata organizzazione e specifici consensi. Anche Stefano Biagioli ha precisato che non era in grado di rinunciare, poiché aveva già accettato di guidare una coalizione
di Liste civiche e politiche. Nel corso dell’incontro peraltro è stato sottolineato che arrivare ad una candidatura unitaria era comunque auspicabile, così come è stato evidenziato dai rappresentanti delle Liste presenti l’impegno ad una campagna elettorale priva di aggressività e attacchi personali, anche in vista dell’ipotesi del ballottaggio. Un patto di non belligeranza che è stato nei fatti rispettato.
In nome di questa circostanza, pochi giorni dopo, ho reso pubblica la scelta di guidare una specifica Lista civica nella coalizione Biagioli, ritirando dunque la disponibilità a correre come Sindaco. Il testo è stato pubblicato sul Corriere dell’Umbria. Il clima di quella riunione poteva apparire un preliminare di accordo nell’eventualità di un ballottaggio, con un’auspicabile confluenza da parte di chi fosse arrivato terzo, ma su questo punto le risposte non sono state formulate in maniera incontrovertibile”.
Mario Morcellini