Per Orvieto serve un nuovo modello di sviluppo. Ottima iniziativa organizzata da Lattanzi e Cimicchi in ricordo di Eugenio Fumi. Orvieto merita un centro ITS e un polo universitario. Insieme possiamo trasformare il sogno in realtà.
L’iniziativa di ieri sera, moderata da Claudio Lattanzi e Stefano Cimicchi, organizzata da più realtà è chiaramente un forte aiuto a chi si è proposto di amministrare questa città. La laicità progettuale è quanto ritengo essenziale e necessario per evitare che le buone idee e le buone proposte si differenzino essenzialmente non per la loro oggettiva bontà ma per chi le propone. Ed è il drammatico errore che ha commesso l’amministrazione uscente: pensare di essere autosufficiente, decidere di boicottare tutto ciò che di nuovo veniva pensato, o quasi tutto, se non proposto da chi la pensasse come loro. E poi, permettetemi, quando un sindaco, come ha detto Roberta Tardani, deve imparare a non sognare… beh, è bene che scelga di fare altro.
Senza il sogno, che ovviamente si trasforma in “progetto”, Orvieto non avrebbe avuto la Legge speciale, per esempio. Senza il sogno non avremmo Umbria Jazz Winter. E senza il sogno Narni non avrebbe la sua Università, Bagnoregio senza il sogno di Astra Zarina non avrebbe colto l’opportunità di uno sviluppo legato a Civita. Viterbo, senza sogno, non avrebbe la sua università che rappresenta la seconda azienda di quel territorio. E se Eugenio Fumi, che abbiamo ricordato, non fosse stato un sognatore, avrebbe portato l’Itelco nel mondo e avrebbe dato la voglia e trasmesso la passione a decine di orvietani che con lui sono partiti ed hanno svolto o svolgono ruoli importanti nell’imprenditoria italiana?
Parole opportune: se si sogna da soli è solo un sogno ma se si sogna insieme è la realtà che comincia. Orvieto può e deve sognare insieme e ieri sera, sulle questioni poste, lo ha fatto. Anzi, ha fatto molto di più. Più proposte e più idee, di singoli e di associazioni, di imprenditori. C’era intesa ad agire per un polo universitario, per una sede ITS a Orvieto, per una forte collaborazione tra scuole, imprese, istituzioni e territorio, per un progetto di riqualificazione per la Piave, per la valorizzazione delle nostre tipicità di prodotto e quindi complessivamente di un nuovo modello economico per il nostro territorio. Quel sogno, dicevo, ieri sera ha avuto molti sognatori che hanno però deciso di mettere in rete le proprie idee e le proprie proposte, i propri contatti, le cose già fatte, di metterci la faccia, di collaborare insieme.
Mi piacerebbe che a sostegno di qualunque amministrazione ci fosse un “pensatoio” civico a sostegno dell’istituzione. Ebbene, se dovessi essere il sindaco di questa città, farò tutto il possibile, con tutti voi, per perseguire questi progetti, ed altri sogni. Di farlo con quella laicità progettuale che sarà la bussola della mia amministrazione e per la quale non dovranno esistere steccati o pregiudizi.
Ho sempre detto che questa sarà una sana e positiva competizione elettorale. Sono convinto davvero che su questo tra alcuni competitor c’è intesa. Penso al modo di porsi del gruppo di Nova, alle proposte di Roberta Palazzetti e il suo progetto Civico. Il mio impegno è quello di lavorare con e per tutti i “sognatori”, Contrariamente a chi ha deciso di smettere di sognare. Teniamoci in contatto
Stefano Biagioli, candidato sindaco del campo largo e civiche