Una famiglia, madre, padre e bimbo di 6 anni, senza auto in piena notte, a piedi senza taxi. E’ successo domenica 17 settembre dopo che la famiglia era rimesta coinvolta in un incidente stradale lungo l’autostrada A1, nei pressi di Orvieto, per fortuna senza feriti ma con molta paura. A raccontare la disavventura, in una lettera inviata anche al sindaco di Orvieto Roberta Tardani e all’assessore alla Mobilità e Trasporti Gianluca Luciani, è il capofamiglia Fabio Sacco, residente a Roma.
“Siamo rimasti coinvolti in un incidente stradale lungo l’autostrada A1, nel pressi di Orvieto, per fortuna senza feriti ma con molta paura, come sempre accade in questi casi. Essendo impossibilitati a continuare il nostro viaggio verso Roma, siamo stati dunque costretti a far ricoverare la nostra auto incidentata presso un deposito convenzionato con la nostra assicurazione, sito in via delle Acacie, poco distante dall’uscita autostradale di Orvieto”, cosi inizia il racconto di Fabio. “Immediatamente dopo il sinistro abbiamo contattato l’assicurazione chiedendo di attivare un servizio di transfer (Taxi o NCC) che ci avrebbe portato a Roma. Una volta arrivati al deposito, circa a mezzanotte, l’assicurazione ci informava che non c’era alcun servizio taxi disponibile in zona e che i tassisti in turno notturno non rispondevano alle chiamate – continua nel racconto – A quel punto l’assicurazione ci ha proposto di pernottare a Orvieto prenotando una camera presso il Grand Hotel Italia, distante circa 6,5 KM dal punto in cui ci trovavamo. Fino alle 2 circa ho personalmente provato a contattare tutti i numeri di taxi presenti sul web e pubblicizzati anche dal Comune senza ricevere alcuna risposta, solo telefoni spenti o segreterie telefoniche. Insomma ci siamo ritrovati letteralmente in mezzo alla strada, senza auto, con un bambino di 6 anni desideroso di riposare, senza cibo, senza acqua, senza alcun servizio, in una città a noi sconosciuta. Essendo in una situazione di emergenza, ancora sotto shock per l’incidente, sono stato costretto a chiamare la Polizia. Il Commissariato di Orvieto si è subito attivato e ci ha trovato una soluzione, altrimenti saremmo rimasti per strada probabilmente fino all’alba”. “Questo brutto e spiacevole episodio, oltre ad aver procurato alla mia famiglia notevoli disagi – aggiunge nella lettera riferendosi a sindaco e assessore – suggerisce la totale e radicale revisione delle licenze dei taxi di Orvieto. Appare evidente che questo servizio non solo non funziona ma reca danno all’immagine della Vostra bella città. Tra l’altro questo problema è già stato segnalato più volte in passato, come ben documenta questo post del 2017 e come ho avuto modo di appurare personalmente parlando con le persone del luogo. A quanto pare, se un turista arriva troppo tardi alla stazione, dopo la chiusura della funicolare (alle 20:30!), risulta molto difficile se non impossibile raggiungere il paese in collina.
Sono sicuro che la Vostra Amministrazione, in carica già dal 2019, conosca benissimo questo problema. Eppure a causa della Vostra negligenza e della Vostra cattiva gestione della cosa pubblica io, mia moglie e nostro figlio di 6 anni ci siamo ritrovati da soli, di notte, in mezzo alla strada, a circa 6 km dal nostro Hotel”.
“Gentile Sindaco e Gentile Assessore – termina così la lettera di denuncia – i cittadini di Orvieto Vi hanno delegato la responsabilità dell’incolumità e della sicurezza di chiunque si trovi ad Orvieto, adulti e bambini, anche di notte, soprattutto in condizioni di emergenza e fragilità. Ebbene, nella notte tra il 17 e il 18 settembre, il nostro diritto alla sicurezza è stato messo a dura prova e il nostro diritto e alla mobilità è stato irrimediabilmente violato.
Mi auguro che possiate rimediare in maniera celere a questo grave disservizio, per il bene di Orvieto, una città che non merita questo sfregio”. “Gentile Sindaco e Gentile Assessore, sulla pagina Facebook del Comune di Orvieto campeggia la scritta “Orvieto always ON”. Peccato che i taxi, di notte, siano OFF. Abbiate almeno la decenza di cambiare questa scritta con “Orvieto sometimes ON”.
Di seguito la risposta del sindaco, Roberta Tardani.
“Gentile signor Sacco,
leggo soltanto ora la sua lettera e innanzitutto mi auguro che lei e la sua famiglia stiate bene. Verificheremo quanto ci segnala e faremo tutto quello che è nelle nostre prerogative per evitare il ripetersi di tali disagi. Mi scuso con lei e la sua famiglia per il disservizio che ha dovuto sopportare e mi auguro che tale evento non pregiudichi una successiva visita alla nostra città. Le criticità del servizio taxi, che ci sono note e vengono frequentemente segnalate dai nostri operatori turistici, sono alla nostra attenzione. Nei mesi scorsi, infatti, abbiamo già effettuato controlli sulla regolarità del servizio al termine dei quali sono stati anche presi alcuni provvedimenti. Al momento sono quattro le licenze autorizzate, ma vista la crescita importante di turisti in città e l’incremento della richiesta nei periodi di maggiore affluenza, stiamo valutando la possibilità di incrementarne di una unità. È necessario tuttavia che i taxi esistenti garantiscano un servizio efficiente nel rispetto delle regole e a disposizione sia di chi visita la città, sia di chi ne ha necessità. Sperando di vederla di nuovo a Orvieto le invio i miei più cordiali saluti”.
Pronta la replica anche di Fabio Sacco:
“Gentile sindaco,
innanzitutto La ringrazio per aver letto la posta di domenica e per aver celermente risposto. La ringrazio anche per l’interessamento e desidero confermarle che io e la mia famiglia stiamo bene e non abbiamo avuto alcuna conseguenza fisica dall’incidente. Le assicuro che questo spiacevole episodio non ha assolutamente pregiudicato la possibilità di una nostra futura visita di Orvieto, città vista solo per pochi minuti ma di cui abbiamo subito apprezzato il fascino. Fa piacere constatare che ha ben inteso lo scopo della mia lettera: segnalare un disservizio e contribuire, per quanto possibile, alla soluzione di un problema. Problema che, per sua stessa ammissione, è ben noto da tempo e che periodicamente si ripresenta. I provvedimenti presi nel recente passato, a cui faceva cenno, evidentemente non hanno sortito alcun risultato.
A mio modestissimo avviso, per quanto la mia conoscenza del territorio e delle esigenze turistiche di Orvieto siano pressoché nulle, penso che l’idea di incrementare di una unità le licenze taxi autorizzate, per quanto sicuramente utile, non risolverà il problema.
Piuttosto Le suggerirei di verificare di persona la disponibilità del servizio, incrementando i controlli in determinati giorni (festivi) e determinati orari (tipicamente di notte), sospendendo almeno temporaneamente le licenze di chi non rispetta i propri turni di servizio. Se una farmacia di turno decidesse di chiudere, senza giustificato motivo, quanti disagi comporterebbe? Non si capisce perché i taxi possono ritenersi liberi di infischiarsene degli orari di turno e scegliere deliberatamente di non rispondere alle chiamate. Questo comportamento molto poco professionale è inaccettabile. Mi auguro davvero che possa trovare il coraggio di affrontare questo problema e risolverlo definitivamente, nell’interesse di tutti, orvietani e non. Nel rinnovarle i miei ringraziamenti per la cortese risposta, La saluto”.