Durerà fino ad agosto la nuova campagna di scavo ell’area della Necropoli del Vallone di San Lorenzo, nel Comune di Montecchio sotto la direzione scientifica del professor Gianluca Grassigli. Le indagini vedranno all’opera, per quattro settimane, studenti provenienti da università americane e dall’Università degli Studi di Perugia, sotto la direzione scientifica del prof. Gian Luca Grassigli in collaborazione con la prof.ssa Sarah Harvey, docente di Studi Classici presso la Kent State University in Ohio, con l’assistenza sugli scavi degli archeologi Stefano Spiganti e Francesco Pacelli. Il sito si trova sul versante sud-occidentale di Montecchio, lungo il Fosso di San Lorenzo tributario del Tevere, delimitato da una serie di alture separate da profondi valloni incisi dai numerosi affluenti che percorrono questo territorio riversandosi nel fiume.
In età preromana il territorio era occupato da diversi complessi abitativi, non molto grandi, organizzato secondo un modello abbastanza diffuso di tipo paganico-vicanico; ad oggi non sono molti i dati archeologici di cui disponiamo, ma individuano l’abitato più importante e rilevante presso l’altura soprastante di Copio, luogo di puntuali ricerche di superficie che hanno individuato presenza di materiale che denota una continuità di vita parallela a quella della necropoli di San Lorenzo.
L’area archeologica, oggetto di numerose opere di valorizzazione e visitata da un numero sempre crescente di turisti, è stata oggetto di una serie di campagne di scavo condotte dalla Soprintendenza dal 1975 fino al 2000; sono state individuate una cinquantina di tombe in gran parte manomesse da scavi clandestini. Si tratta di sepolture a camera che si sviluppano sui fianchi del vallone, scavate direttamente nel banco naturale da cui si accede attraverso un breve dromos realizzato a cielo aperto.
Le camere sono caratterizzate da ambienti quadrangolari, con tetto displuviato e munite di banchine laterali e di fondo, distintamente utilizzate per la deposizione dei defunti e dei materiali di corredo. Le tombe sono provviste di camere singole o doppie coassiali, in cui il secondo ambiente è spesso di ridotte dimensioni, talvolta con soffitto piano, a ogiva o arco.
La possibilità di un’indagine archeologica di lunga durata, in un luogo di particolare pregio paesaggistico e storico-artistico come quello del territorio di Montecchio, costituisce un’importante opportunità di sviluppo turistico del comune. I risultati di tale progetto potrebbero porsi come cardine di un percorso storico-archeologico più ampio, comprendente la viabilità antica e le varie pregiatissime emergenze archeologiche e monumentali del luogo. Una puntuale indagine stratigrafica fornirà dati esaustivi sulla effettiva consistenza del sito e sul suo stato di conservazione, e permetterà di stabilire la possibilità di una sua eventuale valorizzazione con lo scopo di rendere l’area fruibile e ampliare il percorso di visita dei beni culturali della città; i materiali archeologici recuperati, una volta inventariati e catalogati, potranno far parte della raccolta museale già presente nel comune, per ampliarla e renderla maggiormente appetibile dal punto di vista turistico.