Sono comunemente definite come “patologie croniche” tutte quelle malattie, o stati di degenza, che durano a lungo e richiedono un continuo monitoraggio e una particolare e maggiormente accurata gestione del paziente da parte dei propri caregiver. Si tratta di malattie che spesso hanno un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti, nella maggior parte anziani e/o disabili di ogni età, e rappresentano una delle principali cause di disabilità e mortalità in tutto il mondo. Ma vediamo quali sono le patologie croniche più comuni e l’importanza dell’homecare nella loro gestione.
Le patologie croniche più comuni
Malattie cardiovascolari. Si tratta di patologie che interessano il cuore e i vasi sanguigni, come l’insufficienza cardiaca, l’ipertensione, l’infarto del miocardio e l’aritmia cardiaca. Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte in tutto il mondo.
Malattie respiratorie. Queste patologie interessano l’apparato respiratorio e includono l’asma, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), la fibrosi polmonare e la sindrome da apnea ostruttiva del sonno. Le malattie respiratorie possono limitare la capacità dei pazienti di respirare correttamente e possono portare a gravi complicanze come l’insufficienza respiratoria.
Malattie neurologiche. Questo gruppo di patologie interessa il sistema nervoso centrale e periferico e include la malattia di Alzheimer, la sclerosi multipla, l’epilessia, il morbo di Parkinson e la neuropatia periferica. Le malattie neurologiche possono portare a disabilità significative e a limitazioni nella capacità dei pazienti di svolgere le attività quotidiane.
Malattie metaboliche. Queste patologie interessano il metabolismo del corpo e includono il diabete mellito, l’obesità e l’iperlipidemia. Le malattie metaboliche possono portare a gravi complicanze come l’infarto del miocardio, l’ictus e l’insufficienza renale.
Malattie renali. Parliamo di patologie che interessano i reni e includono la nefropatia diabetica, la glomerulonefrite, l’insufficienza renale acuta e cronica e la sindrome nefrosica. Le malattie renali possono portare a complicanze gravi come l’insufficienza renale e la necessità di dialisi o trapianto di reni.
L’importanza dell’homecare per la gestione delle patologie croniche
Sotto il nome di “homecare” vengono generalmente inserite tutte quelle attività di gestione delle cure mediche a domicilio. La gestione delle patologie croniche, nella maggior parte dei casi e in special modo nella popolazione più anziana, richiede molto spesso una collaborazione stretta e continua tra i pazienti, i loro caregiver e i professionisti sanitari. L’homecare può aiutare i pazienti a gestire le proprie patologie croniche in modo efficace migliorando sensibilmente la qualità di vita.
Alcuni dei vantaggi dell’homecare
Una maggiore comodità: la gestione delle cure mediche a domicilio permette ai pazienti di evitare lunghi viaggi in ospedale e di ricevere le cure necessarie nel comfort della propria casa.
Un maggiore coinvolgimento del paziente, che, nella propria casa e a contatto con i propri cari può più facilmente seguire cure, terapie e indicazioni varie. A domicilio si riducono inoltre i costi dell’assistenza pubblica, puntando maggiormente su quella privata, spesso indispensabile per una corretta gestione domiciliare del paziente. Nella gestione dell’homecare si evitano le infezioni nosocomiali, infezioni che rappresentano una problematica clinica devastante per i pazienti fragili, e, attraverso gli accessi continuativi, si riducono le riacutizzazioni dovute a mancata o incompleta aderenza alla terapia prescritta.
L’assistenza domiciliare, inoltre, può essere adottata quando il ricovero non è indispensabile consentendo di mantenere a domicilio anche persone non autosufficienti per favorirne il recupero e ritardare la perdita dell’autonomia residua. Oltre a questi benefici oggettivi, vale la pena evidenziare soprattutto la migliore qualità di vita del paziente, che può restare nel proprio contesto sociale e familiare.
Qualche numero
In Italia oltre l’80% delle persone non autosufficienti che vivono a casa è ultrasessantacinquenne, circa 2,5 milioni di anziani (ISTAT, 2014). Si stima che oltre un quinto delle persone con 65 anni e più abbia limitazioni funzionali gravi da necessitare assistenza personale a casa (20,1%) o in strutture residenziali quali residenze sanitarie assistenziali (RSA), residenze protette e altre analoghe (1,7%) (ISTAT 2019a, 2019b, 2019c).
Le indagini ISTAT sugli anziani non autosufficienti che vivono a casa considerano come persone con limitazioni funzionali gravi (e dunque da considerarsi non autosufficienti) quelle che riportano una difficoltà massima in almeno una delle seguenti dimensioni della vita quotidiana: costrizione a letto, su sedia o in abitazione (confinamento); limitazioni nelle funzioni della vita quotidiana, incluse la maggior parte delle attività della vita quotidiana (activities of daily living, ADL); problemi nel camminare, usare le scale e raccogliere oggetti da terra (limitazioni nel movimento); difficoltà della comunicazione (limitazioni di vista, udito e parola).
Tali limitazioni richiedono un’assistenza continuativa e di lungo termine da parte di altre persone per essere compensate, nonché per porre l’anziano assistito nella condizione di poter continuare a vivere una vita dignitosa e con una qualità della vita accettabile.