La scelta della giunta Tardani di non celebrare in forma pubblica con un corteo l’anniversario di Camorena è una scelta politica, non sanitaria. Nascondersi dietro le norme anti Covid è un pretesto talmente inconsistente che solo chi ha una costante frequentazione con il ridicolo può partorire. È di pochi giorni fa il corteo dei nostri figli contro la guerra: centinaia di studenti, praticamente bambini, hanno sfilato per le strade di Orvieto, un’iniziativa promossa dall’Istituto Comprensivo Orvieto-Baschi a cui il Comune ha dato assistenza e autorizzazione per ciò che gli compete.
Le manifestazioni sportive (vedi la partita della Nazionale), culturali, politiche a decine riprendono al 100%, in tutta l’Italia, solo a Camorena resta il divieto. Ma è un divieto tutto loro, di chi a 78 anni di distanza ancora non ha fatto i conti con il proprio passato, di chi rimane ancora barricato politicamente a “…ma Mussolini ha fatto anche delle cose buone”. Capisco il vostro imbarazzo, destra orvietana, e vi confesso che vedere negli anni passati alcuni di voi a Camorena provocava anche a me imbarazzo, mitigato dal fatto di vedervi sottomessi a quello che è il nostro bene di tutti: l’antifascismo.
Quale migliore aggancio con i fatti di questi giorni, quale migliore similitudine tra dittature, riportare quei trecento venuti dal futuro con quegli striscioni colorati (che garantivano anche il distanziamento) a Camorena per certificare che i Putin, i Mussolini portano solo macerie e non passeranno mai. Io stamani, come da trent’anni a questa parte, mi farò la mia passeggiata a Camorena senza permesso, e che nessuno si permetta di toccare, sminuire, deviare la storia di questa città.