di Renato Piscini
Analizzando lo status attuale dei nostri Centri Storici possiamo affermare che la loro visibilità sia al massimo ma meno la loro abitabilità. Questo perché i piani regolatori , sino ad oggi, hanno operato e legiferato solo per la loro tutela e non per la loro utilizzazione specie nell’epoca in cui ci troviamo. Certo il turista li utilizza cosi come sono e ne godono apertamente, non sempre al vero, mentre chi ci vive non può dirlo ugualmente. Caos per parcheggiar , ZTL, norme contraddittorie o vessative , difficoltà di interagire tra i singoli quartieri.
Insomma storicizzazione nel tempo dei parametri di utilizzo al ribasso di alcune emergenze storiche e delle singole unità omogenee del tessuto cittadino pur differenziate le une dalle altre per morfologia e per tipologia senza discontinuità.
Il rischio è che diventino musei a cielo apert , esempio lampante Civita di Bagnoregio, avvalorando in molti casi degrado e non utilizzo nel tempo di fabbricati importanti verso la probabile loro perdita. Le difficoltà amministrative degli stessi Comuni per bilancio o mancate visioni sono all’ordine del giorno.
Quanto sopra è riscontrabile in tutti i Comuni italiani, sia essi piccoli , medi o grandi, nel nome della tutela e della attenzione dei Beni storici , facendo permanere nel tempo lo stand bay della creatività dei progettisti costringendoli ad operare nei parametri di vincoli ora ambientali, ora legislativi, ora tecnici. A nulla sono valsi esempi altisonanti come l’intervento di trasformazione di una parte del tessuto storico di Berlino o l’esempio di utilizzo di ex opifici industriali o di vecchie caserme, etc.
Contemporaneamente sono venute meno grandi opere sia infrastrutturali che culturali, cosa invece presente negli altri Stati. Si continua inesorabilmente nella tutela fine a se stessa senza pensare che anche il riutilizzo per una rigenerazione urbana , attenta alle esigenze nuove dei cittadini, possa ridare vita alle città per una nuova vitalità di uso e di aspetto.
Allora l’offerta turistica e la valorizzazione del patrimonio edilizio possono costituire una efficace attrazione. Attraverso una nuova offerta culturale e di qualità. Insomma nuovi modelli di consumo e valorizzazione dei prodotti locali ed eventi. I punti di debolezza possono essere mancanza di una visione unitaria del centro storico e collegamenti e servizi pubblici non adeguati; invece le minacce sono le contrazioni dei redditi , consumatori sempre più veloci della serie mordi e fuggi, aperture limitate dei servizi e delle attività.
Incapacità di adattarsi alle nuove condizioni di mercato non unendo le forze in una vera collaborazione. insomma nei centri storici bisogna cambiare completamente visione , accessibilità, promozione, rapporti tra cittadini e turisti. Individuare piani azione che tendano a rivitalizzare il centro storico facendolo divenire attrattivo realmente efare un centro commerciale naturale. Quindi concertazione, coordinamento verso una forma flessibile. Una figura tipo town manager potrebbe aiutare le amministrazioni verso un sistema integrato.
Creazione, ove possibile di marchi specifici, anche di artigianato attraverso botteghe e individuazione di parcheggi in prossimità,. Altresi’ migliori standars di pulizia, sicurezza, segnaletica per una migliore qualità urbana. Insomma una città come contenitore di più funzioni e riscoperta della vocazione del centro storico per i residenti. Migliore rapporto con la periferia tra offerta e servizi.
Tutto questo implica lo sdoganamento di leggi e cavilli coercitivi, allentamento della burocrazia, apertura mentale e di visione . Rifunzionalizzazione del tessuto urbano attraverso una rigenerazione urbana fatta di interventi urbanistici e architettonici accompagnati da una concertazione di tutti i rappresentanti delle categorie commerciali, artigiane, culturali . Da ultimo una politica più lungimirante e espansiva nel segno del Bene comune. .