Le affermazioni del signor Olimpieri, esulerebbero da qualunque risposta. Pur tuttavia, le allusioni, la superiorità e la sufficienza, con la quale un consigliere di maggioranza, si permette di minimizzare e ricondurre a semplice espediente politico, il problema che questa associazione ha legittimamente sollevato, impone almeno piccoli ma lapidari chiarimenti:
- “l’associazione “Il Fagiolo Secondo del Piano di Orvieto” contrariamente a qualunque interpretazione possa darne il signor Olimpieri, è apolitica ed aperta a tutte le persone, per loro libera scelta. Il denominatore comune e la finalità risiedono soltanto nell’interesse per la coltivazione, diffusione e valorizzazione del legume locale tipico”.
- “L’adesione alla associazione prescinde da tessere, appartenenze o ruoli politici, in corso o pregressi. L’identità, la appartenenza o la militanza a qualsivoglia formazione, movimento o partito politico, sono e rimangono in capo al singolo socio, fuori dalla associazione e non costituiscono motivo di accettazione o rifiuto dell’adesione, né consentono posizioni di privilegio o emarginazione”.
Cercare di sfruttare la libertà di espressione ed appartenenza politica delle persone, qualunque essa sia o sia stata nel passato, strumentalizzarla, confondere il singolo con una associazione, che nulla attiene alla politica e inoltre sostenere essere questa la vera motivazione di una contrarietà al tracciato di una infrastruttura (sia chiaro, al tracciato e non alla infrastruttura), oltre che di basso livello, evidenzia la mancanza di conoscenza dei fatti e la misera incapacità di contrapporre un concreto elemento a sostegno di un progetto, che essendo di pubblico interesse, deve democraticamente essere passibile di verifica e di alternativa. Per fare in modo che il signor Olimpieri non possa confondersi ancora, ribadiamo quanto già espresso sull’argomento:
“questa associazione non è contraria alla realizzazione della complanare; ne riconosce utilità, potenzialità e benefici immediati ed ancora di più futuri, previa il suo totale completamento. Chiede soltanto di ridurne l’impatto ed il danno che il tracciato presentato, arrecherà al contesto a vocazione squisitamente agricola nel quale si viene a collocare”.
Confidando in un lessico elementare, affinché anche quelli che hanno limiti possano capire, “approfittiamo” della gentilezza dei giornali online, che vorranno pubblicare questa breve nostra replica, per rimettere al mittente alcune gratuite affermazioni nei nostri confronti:
- “Quello che gratuitamente egli definisce “fagiolino” è riconosciuto tra i presidi slow-food e conservato tra i semi antichi dalla Regione Umbria. Coltivazione e mantenimento nel tempo sono assistiti dalla stessa Regione attraverso il Parco Tecnologico Agroalimentare. L’associazione non è legata ad alcuna matrice politica, non percepisce sovvenzioni pubbliche, non ha scopo di lucro e si mantiene esclusivamente con le quote che volontariamente versano gli iscritti. L’associazione, di conseguenza, non ha mai amministrato questo Comune, tanto meno la Regione, non ha mai concesso licenze di escavazione inerti e non ha mai fatto conferire rifiuti in discarica”.
Se infine poi volessimo parlare di coerenza e non di circostanza, in termini di attenzione al territorio ed alle sue peculiarità, ricordiamo al signor Olimpieri, che ben prima che si discutesse di questo secondo stralcio di complanare, non appena insediata la giunta in carica, non per “idiozia socio politica” ma per una visione dell’agricoltura, intesa come matrice di sviluppo sostenibile e perseguibile nel nostro comprensorio, questa associazione consegnò al Sindaco una istanza ufficiale, perché venisse posto il vincolo di inedificabilità sull’area del Piano di Orvieto e perché fosse vietata ogni forma di escavazione di inerti.
I soci della associazione “Il Fagiolo Secondo del Piano di Orvieto”