Vorremmo porre queste righe all’attenzione del Sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, e dell’Assessore alla scuola, istruzione e formazione, Angela Maria Sartini. Chissà se, rivolgendoci ad entrambe, non ci sia la possibilità di ricevere risposta.
Abbiamo appreso ieri sera, 10 novembre, alle 18.11 per la precisione, della chiusura dell’asilo nido “Il Girotondo” di Sferracavallo, prevista dall’11 al 26 novembre; e ne siamo venuti a conoscenza grazie alle educatrici di nostro figlio, che frequenta proprio questo asilo, che si sono premurate di inviarci comunicazione non appena, anche loro, avessero ricevuto l’ordinanza di chiusura.
Vorremmo fare una premessa: non si tratta di una chiusura, come purtroppo ancora capita, dovuta all’emergenza sanitaria, quindi senza soluzione di continuità perché necessario il tempo di quarantena. Non è paragonabile ad una situazione di questo tipo.
Ora, prima questione: per una cosa così delicata, un’amministrazione davvero vicina ai propri cittadini, si sarebbe presa la responsabilità della propria scelta, avvisando personalmente i propri concittadini, cercando di mostrare vicinanza a tutte quelle famiglie che da ieri sera si sono trovate in una grave situazione di disagio.
In fondo, siamo diverse persone, ma è comunque un numero ristretto e, soprattutto, rintracciabile quindi, se ci fosse stata la volontà si sarebbe potuto fare (immagino sia faticoso e soprattutto, questa scelta, avrebbe necessitato di un’organizzazione…eh già).
Invece siamo stati avvisati dalle educatrici dell’asilo, che si sono prese (loro) l’onere di ricevere, immagino, tutta una serie di rimostranze da parte di genitori, forse, un tantino contrariati.
Seconda questione: non vogliamo entrare nel merito della scelta della chiusura, abbiamo letto l’ordinanza in cui si parla di “verifica sismica” soggetta ad approfondimenti; questo, anzi, ci fa pensare che sia stata fatta una scelta per salvaguardare i nostri figli, giusto? Nulla da dire, a riguardo. Ma nel momento in cui si decide di chiudere un servizio pubblico, perché stiamo parlando di un asilo nido comunale, anche se gestito da un privato, la Cooperativa Quadrifoglio nello specifico, per ben dodici giorni lavorativi, e dalla sera alla mattina (letteralmente), non si può non considerare una soluzione alternativa.
Si può dire che questa sia stata un’emergenza. Potremmo anche comprendere che, in una situazione emergenziale, appunto, venga prevista una chiusura di uno, due giorni, senza preavviso: purtroppo i contrattempi accadono. Ma non è accettabile né ammissibile che si decida una chiusura così lunga senza andare incontro a così tante famiglie, spesso senza possibilità alternative e senza aiuti extra. Per non parlare dei bambini, tra l’altro così piccoli, e della continuità educativa che dovrebbe essere garantita, come un diritto non discutibile.
A questo punto speriamo che il Comune di Orvieto, insieme al gestore, la Cooperativa Quadrifoglio, riescano a trovare una soluzione alternativa, per tamponare questi dodici giorni di assenza del servizio, nonostante le difficoltà comprensibili legate ad un ipotetico spostamento del servizio stesso e dei bambini. Pensiamo che, certamente, vadano considerati tutti gli aspetti del caso, ma che non si possa farsi trovare impreparati per questione di credibilità e di vicinanza, alle famiglie a, soprattutto, ai bambini stessi. Non è certo un compito facile, che richiede fatica e coraggio, ma doveroso per mantenere un rapporto di fiducia con i propri cittadini e utenti.
Terza questione: quella della responsabilità, la più importante, forse. Non è possibile che, a seguito di questo
problema, il risultato finale, cioè il disagio che si crea, sia a carico SOLTANTO delle famiglie, cioè dell’ultimo componente della fila, potremmo dire.
Un’amministrazione coerente con la scelta fatta, quella di salvaguardare fisicamente alcuni suoi concittadini, dovrebbe essere altrettanto coerente, proponendo alternative e soluzioni, in collaborazione con il gestore del servizio. Non è certo facile, nessuno lo sta affermando. Ma chi decide, liberamente, di dare la propria disponibilità per amministrare una città, dovrebbe avere gli strumenti per contrastare anche, forse soprattutto, situazioni di emergenza.
Quarta questione: tutto questo non può passare sotto silenzio. Non è accettabile che vengano prese decisioni, a nostro avviso scellerate, senza esprimere disappunto e rammarico. Le soluzioni andrebbero cercate e rese possibili, tramite un’azione amministrativa e organizzativa degna e decisa. Cosa che, purtroppo, non è avvenuta. Magari (e ce lo auguriamo tutti) nei prossimi giorni si troveranno alternative per far fronte a questo enorme disagio, o si risolverà la soluzione nella sede oggetto di verifiche tecniche, ben venga.
Ma un fatto rimane: questo problema è stato gestito in modo sconsiderato e irrispettoso di tutte quelle famiglie e dei loro bambini che, da ieri, si trovano in questa assurda situazione di disagio.
Francesca Mara Tosolini Santelli
Mirko Pacioni