Non sarà ad ascoltare il rombo dei motori sulla strada prospicente la sua residenza, nella zona di San Giorgio, magari con la tentazione di tornare sul palcoscenico che lo aveva visto protagonista. Mario Gradoli era stato il primo orvietano a potersi definire “pilota”, quando, negli anni ’60, aveva iniziato a gareggiare su pista, come su strada. Istintivo per natura, passava, tranquillamente, dalle ruote scoperte a quelle coperte, con identica passione ed entusiasmo.
Lo ricordiamo sui K250, all’autodromo di San Brizio e sui kartodromi di tutta Italia, come al volante di una Porsche nella prima edizione della Castellana, o al Giro d’Italia con la Fiat 127 Sport. Vittorio Palazzetti e Antonio Barberani, tra gli amici più stretti, lo accompagnavano sempre nelle sue avventure motoristiche. Vittorio era già un team manager, Antonio vedeva in Mario il maestro e fu anche suo secondo.
Come al Giro d’Italia del 1979, in una fredda notte sull’Appennino parmense, con Vittorio ed i suoi appunti ad attenderne il passaggio e Antonio estasiato dalla guida di Mario. Lui lì, freddo e impassibile, con il consueto mozzicone di sigaretta tra le labbra. Addio Mario, l’Associazione della Castellana non finirà di ringraziarti per l’impegno personale e dei tuoi inseparabili amici nella promozione delle prime edizioni della corsa. Alla famiglia ed ai parenti giungano le più sentite condoglianze. (Roberto Pace)