di Luca Tomassini
Per alcuni, quelli che hanno avuto modo di vivere le sue colorite gag, potrebbe sembrare un paradosso l’aggiunta al ricordo del termine “silente”. Per me però Gianni questo è stato: un fuoriclasse silente.
Un manager di altissimo spessore, un uomo che, protetto dal suo colorito modo di fare, è stato protagonista di rilevanti risanamenti di aziende nella delicata fase delle privatizzazioni dell’industria pubblica nei primi anni Novanta. Con Gianni ci lascia una grande personalità con dei vivi e permanenti tratti di umanità che chiunque lo abbia conosciuto conserva con sé, con quel sorriso sempre aperto e pronto, con le sue metafore che semplificavano modelli e gestioni complesse e con quella naturale velocità e disponibilità alla risoluzione dei problemi purtroppo rara nel mondo delle aziende.
Il suo lascito non svanisce sia per i risultati raggiunti, sia per il metodo e lo stile che ha sempre contraddistinto la sua azione sia per l’aiuto offerto a molte, molte persone. Gianni per me è stato un mentore.
Gianni è stato un mentore che ha lasciato il segno, un segno impercettibile oggi ai più e che solo il tempo saprà riconoscere degnamente nella sua grandezza. I fili che ci legano alla vita sono spesso fragili, i percorsi della nostra esistenza imperscrutabili. Riposa in pace amico mio.