Un pomeriggio intenso quello di sabato 19 giugno, dedicato all’inaugurazione delle mostre “Livio Orazio Valentini 100. Opere 1945-2004: figurativo-informale-postquaternario” curate da Massimo Duranti e Andrea Baffoni ed allestite per iniziativa dell’Associazione “Livio Orazio Valentini” in occasione del centenario della nascita dell’artista, nato il 24 dicembre 1920 a San Venanzo.
L’evento celebrativo già programmato nel 2020 ma slittato di un anno a causa dell’emergenza sanitaria, ha subito un cambiamento di programma che tuttavia non ha tolto nulla al progetto originario che, anzi, è stato rimodulato passando da un’unica location espositiva alla ri-distribuzione in vari luoghi significativi della città: Palazzo Coelli sede dellaFondazione Cassa di Risparmio, la sede del Museo Archeologico “Claudio Faina”, Palazzo Negroni sede del Centro Studi Città di Orvieto, il Museo e i Sotterranei MODO – Museo Opera del Duomo, quest’ultima a cura di Alessandra Cannistrà.
Un percorso espositivo che fa riaffiorare e riunisce un importante e vasto patrimonio collettivo, attualmente frammentato e diviso in spazi privati e pubblici. Sono circa 150 opere tra lavori pittorici, sculture in ceramica e metallo, disegni e grafiche realizzate da Livio Orazio Valentini a partire dalla fine degli Anni ‘40, di cui numerose opere inedite, mai pubblicate ed esposte, frutto di una capillare ricerca sul territorio effettuata dalle figlie dell’artista orvietano: Silvia, Cristiana e Francesca all’interno di numerose collezioni pubbliche e private che rappresentano la vasta e variegata produzione artistica di Valentini. Non manca il ciclo di opere pittoriche da lui eseguite durante i suoi numerosi soggiorni negli Stati Uniti, nella Città di Aiken gemellata con Orvieto dagli anni ’90 che è esposto, con proiezioni multimediali, nella sede della Fondazione Centro Studi per la Città di Orvieto, in collaborazione con l’Università di Aiken (South Carolina – USA).
L’esposizione ricorda la figura umana ed artistica di Livio Orazio Valentini, artista certamente significativo per l’Umbria ma anche per la sua proiezione a livello nazionale ed internazionale, avendo realizzato una produzione molto elevata che è stata diffusa in tutta Europa, in Africa e negli Stati Uniti d’America. La sua caratteristica è stata quella di una grande versatilità linguistica attraverso la pittura, anche a soggetto sacro, e poi la ceramica e la scultura, senza dimenticare la raffinata grafica. Una trasversalità che si è riflessa anche nella produzione di opere molto impegnative.
L’allestimento esplora le origini della creatività dell’artista e poi le più corpose esperienze informali, quando il suo linguaggio si avvicina alle formule del Gruppo di Spoleto che con l’informale si stava evidenziando a livello nazionale, con numerose opere inedite. Poi le successive stagioni “astratte”, delle “Germinazioni”, degli “Uccelli” e del “Quaternario”. La grande mostra Livio Orazio Valentini100 è stata presentata presso l’Auditorium della Fondazione Cassa di Risparmio in cui, nel rispetto delle norme anti Covid, si sono ritrovati accanto ai familiari dell’artista, rappresentanti di Enti e tanti amici che hanno costituito la seconda famiglia del Livio Orazio.
“Mi piace ricordare che a pochi passi da qui, in Via Maitani, c’è ancora lo studio di Livio Orazio Valentini di cui la mostra non è solo un ricordo, ma è realtà artistica – ha detto Guido Barlozzetti – Livio Orazio è stato una presenza radicata nella città ma inevitabilmente contraddittorio con essa, affermando valori e visioni con spirito indomito, orgoglioso di esserlo ma nella responsabilità di essere artista. Si è trovato a passare dalla II Guerra Mondiale al dopoguerra fino alla soglia degli anni 2000. Un arco di tempo segnato da sconvolgimenti ed esperienze drammatiche come la prigionia nel campo di concentramento di Buchenwald. Ma Livio Orazio non si è mai arreso, né appiattito.
Ha attraversato tutte le vicissitudini della sua vita e della storia con questa qualità profonda di non soccombere e di non arrendersi mai. Ha ricostruito sempre il suo tratto, raccontando personaggi e paesaggi orvietani. Le sue opere, le tecniche e i linguaggi artistici utilizzati dicono di questa evoluzione. Oggi siamo felici di aprire, finalmente, questo percorso espositivo, che 101 anni dopo riporta Livio a Orvieto e rendeconto di questo suo cammino che lo ha e che ci ha caratterizzato. Perché una città è fatta non solo di condivisione geografica, non solo delle sue memorie, ma di una appartenenza di senso”.
“Oggi – ha detto Silvia Valentini, presidente dell’Associazione “Livio Orazio Valentini” – io rappresento la famiglia Valentini, le mie sorelle Cristiana e Francesca e i sei nipoti di Livio Orazio, insieme al ricordo di nostra madre Flora che quest’anno avrebbe compiuto anche lei cento anni e che ha raggiunto Livio Orazio pochi mesi fà. Quando nel 2018 abbiamo iniziato questo progetto lei però era con noi e ci sosteneva convinta. Il progetto ‘Livio Orazio Valentini100’ e la mostra itinerante che oggi inauguriamo sono la sintesi di una ricerca di tante piccole e grandi opere di nostro padre ma anche la volontà di valorizzare un patrimonio cittadino che appartiene a soggetti privati e pubblici” che ha ringraziato, ovvero: la Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto e il suo Presidente, Libero Mario Mari, il Comune di Orvieto e il Sindaco, Roberta Tardani, il Gal Trasimeno-Orvietano che ha sostenuto e patrocinato nell’ambito della Misura 19.3 “Umbria Lasciati Sorprendere”, la Regione Umbria, lo Stato del South Carolina (USA), la Provincia di Terni, il Comune di San Venanzo, l’Opera del Duomo di Orvieto, la Fondazione per il Museo “Claudio Faina”, la Fondazione per il “Centro Studi Città di Orvieto”, l’Accademia delle Belle Arti di Perugia.
E ancora: il Rotary Club Orvieto e il Lions Club Orvieto, Ciotti Trasporti e Assicurazioni Generali – Agenzia di Orvieto, l’Istituto di Istruzione Artistica Classica e Professionale di Orvieto, l’Istituto Comprensivo Orvieto-Baschi, l’Università della Terza Età di Orvieto, l’Istituto Storico Artistico Orvietano, la FIDAPA BPW Italy Orvieto, le Associazioni ApertaMente Orvieto, Arte e Fede, Custodi del Territorio Orvietano, il Comitato Cittadino dei Quartieri, Bottega Michelangeli, Hotel Duomo e Azienda Agricola Palazzone, gli operai dell’Opera del Duomo e tutti coloro che hanno aderito al comitato promotore, le associazioni culturali del territorio e i tanti collezionisti che hanno accordato il prestito di opere mai esposte e mai pubblicate.
“Oggi si inaugura la sintesi di un lavoro impegnativo che è stato possibile – ha affermato il sindaco, Roberta Tardani – grazie alla determinazione e alla forza delle sorelle Valentini. Un percorso complesso che, a seguito della pandemia, ha dovuto modificare le condizioni per l’utilizzo di alcune location espositive per mettere in mostra un patrimonio enorme e importante che prevedeva il coinvolgimento generale della città. Sempre a causa dell’emergenza il progetto e l’esposizione hanno subito il differimento di un anno tutta il lavoro è stato rimodulato e soprattutto è proseguito forse in maniera.
Un progetto che coinvolge l’intera città e per questo come Comune abbiamo voluto valorizzare, illuminandolo, il grande monumento ‘Orvieto Città Unita’ collocato nella grande rotonda di Orvieto Scalo all’ingresso della città, realizzato da Livio Orazio Valentini agli inizi degli anni Duemila, in modo analogo abbiamo concesso la Sala ‘Unità d’Italia’ del Palazzo Comunale per esporre nella quadreria che la caratterizza, il grande quadro intitolato ‘Camorena’ realizzato da Livio Orazio Valentini in ricordo del drammatico evento che ha segnato profondamente la storia della città. Il progetto espositivo che oggi inauguriamo è inserito a pieno titolo nel calendario ‘OrvietoEstate’ degli eventi culturali della nostra città, per mettere in luce un patrimonio artistico importante che merita di essere conosciuto e messo a valore”.
“Ho apprezzato molto i ringraziamenti agli operai Opera del Duomo perché c’è sempre un lavoro che rende possibile le scelte – ha aggiunto Andrea Taddei, presidente dell’Opera del Duomo di Orvieto – il triangolo: fare, saper fare e far sapere Livio ce lo ha dimostrato. Egli è stato precursore di un modo di operare che deve essere preso a modello per il futuro. L’unitarietà tra enti e soggetti privati che si sono messi insieme per far conoscere l’opera di Livio Orazio Valentini può e dovrà essere un modello da perseguire in una visione integrata”.
“Al di là della mostra di per sé importante – ha dichiarato Daniele Di Loreto, presidente della Fondazione della Fondazione per il Museo Etrusco ‘Claudio Faina’ – desidero soffermarmi sul piacere per me di aver conosciuto Livio Orazio Valentini, e di avere avuto con lui occasioni di confronto che era sempre un qualcosa di inedito che si presentava tale anche quando faceva riferimento ad altri. Il metodo del coinvolgimento di tutte le istituzioni e delle associazioni della città ci porta ad obiettivi comuni. Non siamo una somma algebrica, ma esponenziale, una squadra con la voglia di vincere”.
Liliana Grasso, presidente della Fondazione “Centro Studi Città di Orvieto” ha espresso il “plauso alla tenacia e all’insistenza dell’Associazione ‘Livio Orazio Valentini’ che ha portato avanti la volontà di mettere insieme e la capacità di costruire, dando forma al metodo della collaborazione tra enti che è una grande ricchezza da non disperdere. Ho conosciuto Livio Orazio nel 2003 quando lo invitai ad una collettiva di artisti emergenti. Mi colpì perché senza alcuna remora mi disse cosa pensava di ogni creazione artistica; in seguito era sempre presente. Il percorso della mostra a lui dedicata prevede all’interno di palazzo Negroni, sede della Fondazione ‘Centro Studi Città di Orvieto’, una parte tecnologica, una sorta di camera immersiva in cui, attraverso dei video, si ripercorre la personalità e l’opera di questo artista. Sono onorata per essere stati coinvolti”.
“Il Covid non ha vinto! – ha esordito Massimo Duranti, curatore dell’esposizione – la mostra ha avuto un iter lungo e travagliato. Dopo il prologo svoltasi a Sangemini alcuni anni fa, abbiamo iniziato a progettare la vera grande esposizione di Orvieto. Poi è arrivato il Covid e la conseguente interruzione. Ma oggi, finalmente, ci siamo arrivati direi alla grande, presentando con le ‘ragazze Valentini’ un lungo e ricco allestimento. Livio avrebbe detto ‘bella, complimenti, grazie’ poi avrebbe aggiunto ‘quanto avete esagerato!’. Da una piccola cosa è nato un progetto gigantesco: non avevo ma curato una mostra diffusa sul territorio in cinque spazi disponibili per circa 150 opere ed altre sedi permanenti.
Una mostra da non sottovalutare, fatta di assonanze e dissonanze incredibili come le contaminazioni, uniche nel suo genere, delle opere visibili nello spazio museale del Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto o nei sotterranei del Duomo; e poi le opere su carta al Museo Faina. Un risultato strepitoso. Io stesso ho scoperto opere che non conoscevo come quelle a sfondo sacro. In Italia Livio Orazio Valentini è un artista ancora troppo sottovalutato.
La mostra compendia tutto l’arco artistico della sua vita dove egli si è misurato con i vari linguaggi dell’arte e persino con l’arte orafa di cui, alcuni esempi di gioielli sono esposti in una bacheca accanto alle oreficerie sacre presso il MODO. E’ una occasione data alla città per apprezzare, da qui a settembre, una produzione artistica notevole nella qualità, nei messaggi culturali e nelle quantità delle opere pubbliche e private, alcune delle quali sono di grandi dimensioni e si trovano in sedi permanenti come la grande stele ‘Città unita’ alla rotonda di Orvieto Scalo o nell’Aula Magna della Scuola Media ‘Luca Signorelli’ o in piazza Cahen solo per citarne alcuni”.
“Mi unisco alla caparbietà dell’Associazione Livio Orazio Valentini – persona di cui ho dei ricordi di quando ero ragazzo – e a quella di quanti hanno aderito al progetto, quindi anche il GAL che ha voluto sostenere l’iniziativa e la città” ha commentato Gionni Moscetti, presidente del GAL Trasimeno-Orvietano, mentre il vice sindaco di San Venanzo, Stefano Posti ha aggiunto “è un momento di gioia che condivido con voi tutti. Livio Orazio è stato un grande uomo molto legato ad Orvieto ma altrettanto legato a San Venanzo dove era nato e questo ci rende orgogliosi e felici. Con questi sentimenti partecipiamo a questo evento e auguriamo alla mostra tutto il successo che le opere esposte meritano”.
Fonte: Ufficio Stampa Comune di Orvieto