ORVIETO – Questa settimana la rubrica “Orvieto e i suoi personaggi” presenta un taglio insolitamente storico teologico, ricordando una figura fondamentale nella storia del cristianesimo e della filosofia occidentale.
Si tratta di San Tommaso d’Aquino, nato a Roccasecca nel 1224 dalla famiglia dei conti d’Aquino. Prese i voti come benedettino non ancora maggiorenne, convertendo successivamente il saio nell’ordine domenicano creando un forte scandalo in famiglia. Studiò all’università di Napoli fondata da Federico II° e trasferitosi poi in Francia seguì gli studi di teologia sotto la guida di Alberto Magno.
All’età di 36 anni era già un teologo affermato e soggiornò per tre anni nella città di Orvieto dove, presso la Chiesa di San Domenico, teneva lezioni di filosofia e teologia. Su questo soggiorno dell’Aquinate a Orvieto ne parla diffusamente un testo di Aurora Cantini “San Tommaso d’Aquino a Orvieto – Profili laici e spirituali del Dottore Angelico all’ombra della città del tufo” (LibroSì Edizioni).
Ma ciò che lega la figura di Tommaso e il suo pensiero teologico alla città di Orvieto, è anche uno dei temi fondamentali della cultura cristiana ovvero quello della transustanziazione. Per transustanziazione si intende la presenza reale di Cristo nel sacramento eucaristico. Tale presenza avviene attraverso il passaggio della sostanza del pane e del vino in quella di corpo e sangue di Cristo, in virtù delle parole della consacrazione pronunciate dal sacerdote durante la messa. Orvieto è la città del Corpus Domini, festa solenne che celebra la reale presenza di Cristo nell’eucaristia, in relazione al noto miracolo di Bolsena.
Anche l’Aquinate ha trattato specificatamente il tema della transustanziazione in una delle sue opere fondamentali: la “Summa Theologiae”. Il capolavoro incompiuto di Tommaso resta il trattato più famoso della teologia medioevale e ha avuto un’influenza enorme sulla filosofia e sulla teologia posteriore, soprattutto nel cattolicesimo. San Tommaso parla del sacrificio della Messa», in modo chiaro ed approfondito nella terza parte della “Summa”. Secondo Tommaso vi è un duplice modo di considerare l’eucaristia: come sacramento oppure come sacrificio (III, q. 79, a. 5). 1).
Come sacramento, l’eucaristia è una realtà sacra che contiene il corpo di Cristo stesso, vittima di salvezza (q. 73, a. 4, ad 3). «L’eucaristia è il sacramento perfetto della passione del Signore, in quanto contiene Cristo stesso che ha sofferto» (q. 75, a. 5 ad 2), non solo quindi secondo significato o figura ma nella sua realtà oggettiva (q. 75, a. 1). 2). La figura di Tommaso è stata anche riletta in termini spiritosamente colti da Umberto Eco. Il grande medievista, filosofo e scrittore alessandrino ha immaginato di poter intervistare l’Aquinate pubblicando così, sulle pagine del Corriere della Sera, un’immaginaria e curiosa intervista.
Abbazia di Fossanova, casa dell’abate,
7 marzo 1274, pomeriggio
INTERVISTATORE – Vi vedo sorridere, Maestro. Dunque non state così male.
TOMMASO – Sorrido perché sento che entro questa sera morirò. Forse domani mattina, ma le tenebre sono più propizie alla partenza. 3)
Ma tornando al legame tra Tommaso d’Aquino e Orvieto, è doveroso ricordare un evento promosso dall’associazione “Pietre vive”. Nel 2019 presso la Chiesa di San Domenico si è tenuto un incontro per ricordare la figura dell’Aquinate a Orvieto con una lectio magistralis di padre Vincenzo Benetollo e intermezzi di reading teatral curati dall’artista e attore, Andrea Brugnera. (Valentino Saccà)
1) Fabio Bertamini, Il sacrificio eucaristico nella Summa Theologiae, http://www.liturgiaculmenetfons.it/
2) Fabio Bertamini, Il sacrificio eucaristico nella Summa Theologiae, http://www.liturgiaculmenetfons.it/
3) Umberto Eco, Umberto Eco incontra Tommaso d’Aquino, poi pubblicato come Intervista a Tommaso d’Aquino, Scritti sul pensiero medievale, Bompiani 2012