E’ una lettera aperta quella che la signora Paola Bonifazi, vaccinata venerdì 9 aprile nella postazione di Bardano, ha voluto rendere pubblica dopo averla inviata alla direttrice del Distretto di Orvieto dell’azienda sanitaria, Teresa Manuela Urbani. Di seguito il testo:
“Negli ambienti adibiti alle vaccinazioni si respirava un’aria particolare, forse di altri tempi. Tempi in cui si sapeva poco di virus e di vaccini ed erano pieni di speranze di vita. Mi accompagnava un sentimento misto tra paura e desiderio di esorcizzarla. Ho incontrato persone con una strana voglia di scherzare. Qualcuno era preoccupato per i propri figli, disabili, paura di morire troppo presto per continuare ad assisterli, più che pensare a sé stessi.
Qualcuno non riusciva a leggere la data del prossimo appuntamento e dichiarava apertamente di non vederci, senza più vergogna del proprio stato. Qualcun altro faceva finta di non avere paura, nascondeva l’emozione con battute spiritose per far ridere tutta la platea e per un attimo dimenticava il motivo per cui si trovava in quello strano posto, illuminato da luci al neon, denso di sentimenti contrastanti. Sicuramente più diffusa era la paura, anch’essa dichiarata a mezza bocca anche da alcuni operatori.
Dietro i camici sanitari, le mascherine, le visiere, ci sono donne e uomini come noi. E poi grazia, efficienza, professionalità e ritrovata solidarietà. Dopo pochi minuti eravamo fuori, alla luce di un sole intenso, spia di una nuova primavera. Alcuni non hanno saputo trattenere le lacrime guardando il cerotto applicato sul braccio. Intorno tante altre persone come noi, compagne di questa avventura, che si avviavano silenziose alle proprie automobili. Portando a casa la speranza della vita che continua”.
“La signora Paola – è il commento dell’Usl Umbria 2 – ci ha dedicato un po’ del suo tempo per regalarci questa preziosa testimonianza che fotografa pochi ma intensi minuti trascorsi nel punto vaccinale. Ha molto apprezzato il modo con cui è stata accolta dai nostri operatori che ‘non hanno mai perso la pazienza e mi hanno fatto sentire a mio agio’. Grazie signora Paola. E grazie a quanti sono impegnati ogni giorno per rendere concreta la speranza della vita che continua”.