Si sono susseguite nella nostra città, negli ultimi tempi, vittorie, amarezze, fallimenti, solitudine e noia. Tutte forme tipiche di assetti squilibrati e soprattutto non omogenei specie tra persone. Dopo le vacche grasse confrontarsi con restrizioni e sacrifici ha portato all’incerto, alla non congruità delle azioni. Fare politica per il bene della collettività non si confà con chi ha l’ego al centro della sua identità, la formazione di una giunta non è una scalata per il potere ma un percorso ad ostacoli che pone di fronte al limite del fare.
Fanno tutti, invece, tanta strada per farsi bruciare sempre perchè carichi di una certa approssimazione politico-culturale. Destra e sinistra, infatti, si sono trovate sempre di fronte a variabili che non si aspettavano per mancanza di visione e presi dalla politica giorno per giorno. Trovandosi così di fronte all’impotenza dell’elaborazione dei progetti, in presenza di una loro intima astrazione della vita, avendo ricevuto ruoli non consoni e, quindi, impossibilitati di svolgere il ruolo a loro assegnato.
Conseguentemente politica sul viale del tramonto in quanto gli ingranaggi del potere non è cosa per tutti nell’ambito delle democrazie liberali. Lo spazio della competenza tecnica si allarga sempre più a discapito della rappresentanza fine a se stessa. Il potere deve essere fondato sui saperi e sul controllo delle informazioni sempre nel quadro politico fondato sul voto tendente a dare sviluppo e gestione amministrativa e sociale.
Certo anche la contraddizione del tecnocrate con la politica rischia di intralciare il cammino verso la ragionevole governance delle istituzioni con il rischio di una salto all’indietro ma la soluzione sta nelle scelte giuste. Questo è il quadro dell’altro ieri ad oggi per un passo in avanti perchè non guardare a cosa si è arrivati a fare a livello nazionale. Quello che serve è un colpo d’ala.