Auguri, auguri a tutti i genitori, agli insegnanti, ai bambini che dal 14 settembre riprendono le attività scolastiche. Dopo questo lock-down incredibile, dopo questa situazione pazzesca da un punto di vista sociale, psicologico, economico, ci ritroviamo adesso a ripartire e quindi in un momento fondamentale e importante.
Ti ricordi anche tu quando con lo zainetto ti accompagnavano a scuola il primo giorno: quante emozioni, quante paure, e anche quanta motivazione, quanta curiosità rispetto a questo giorno che ogni volta per i ragazzi, per gli insegnanti e per le famiglie è un nuovo inizio.
E quindi diciamo che anche anche dal punto di vista psicologico è fondamentale partire con il piede giusto. Quest’anno poi con il Covid è ancora tutto un marasma e persino il Presidente del Consiglio ha detto: mettetevi l’anima in pace perché sarà un avvio problematico.
Però in tutto ciò io credo che abbia un ruolo fondamentale quello che noi trasmettiamo ai nostri ragazzi, sia come genitori che come educatori. In questo articolo voglio provare a darti 3 piccole indicazioni di massima per facilitare quest’ingresso alla scuola che non sono valide solamente del primo giorno ma per tutto il primo periodo.
Io sono Roberto Ausilio, faccio lo psicoterapeutica da quasi vent’anni e aiuto le persone a tirar fuori il meglio di sé per vivere alla grande. Per approfondire è possibile iscriversi anche alla Community “PSYLIFE” e al canale Youtube “Psicologia e vita”.
Le tre indicazioni che voglio darti sono di massima, poi se vuoi approfondire tecniche e strategie relative ad una migliore e più corretta comunicazione con i bambini da zero a dodici anni ti invito a dare un’occhiata al mio libro che si chiama “Genitori Competenti” ( https://amzn.to/35W1MMb ) in cui spiego un po’ di regolette e do’ alcune indicazioni pratiche per riuscire a crescere i figli sani e sereni grazie all’aiuto della Psicologia.
Prima indicazione è “ trasmettere serenità”
Se noi riusciamo a trasmettere serenità ai nostri ragazzi, ai nostri bambini, le cose filano via lisce come l’olio. Chiaramente per trasmettere serenità devi avere serenità e avere serenità è un grosso lavoro interiore che si fa con la psicoterapia, con la crescita personale, con la consapevolezza; insomma non te la puoi inventare. Se pure tu provi a trasmettere serenità ma dentro di te sei preoccupatissima per il Covid, che possa succedere qualcosa, questo passa purtroppo ai figli. Quindi la comunicazione avviene a livello non verbale, dobbiamo cercare di lavorare sulla nostra vera effettiva serenità se la vogliamo trasmettere ai nostri figli. Quindi avere un figlio e comunicare con lui è anche uno stimolo per migliorare noi stessi.
La Seconda indicazione è cercare di farlo sentire “grande”, cioè far sentire al bambino, al ragazzino che va tutto bene, quindi usare delle formule di incoraggiamento: sono sicuro che ce la farai, vedrai che andrà tutto bene, credo in te, sono fiero di te, so che ti impegnerai al massimo, so che riuscirai a essere felice in questa esperienza scolastica. Quindi trasmettere questa fiducia, trasmettere questa propositività nelle sue capacità in generale e nella sua capacità anche di cavarsela , di cavarsela nelle varie situazioni e di cavarsela anche in questo periodo di confusione, in questo periodo di marasma generale.
La terza indicazione è insegnare il rispetto delle regole, il rispetto dei ruoli.
A questo proposito voglio fare un appello ai genitori: smettiamola di denigrare sempre gli insegnanti, di dargli sempre addosso soprattutto in presenza dei bambini, perché gli distruggiamo il ruolo; trasmettiamogli invece l’importanza del ruolo! Il genitore ha un ruolo educativo e anche voi insegnanti riprendetevi il ruolo educativo e non solo di istruzione ma di trasmissione dei valori, di trasmissione delle cose importanti della vita.
Allo stesso tempo dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi oltre al rispetto delle regole anche il pensiero critico in quanto stiamo diventando una massa di pecoroni e basta che un politico ci dica una qualsiasi cosa che noi la eseguiamo pedissequamente. Insegniamo ai nostri ragazzi a ragionare con la loro testa.
Per fare questo ti consiglio di utilizzare più domande, più punti interrogativi e meno punti esclamativi.
Ad esempio, per sviluppare un pensiero critico, la capacità di allenare la parte alta e razionale del cervello, la parte creativa di problem solving potresti chiedere a tuo figlio: cosa faresti nel caso in cui un altro bambino durante la ricreazione si toglie la mascherina e viene ad abbracciarti? Questo può facilitare la ricerca di soluzioni rispetto a delle situazioni che, siatene certi, si verificheranno. Si verificheranno situazioni imprevedibili, in cui nessuno di noi ha la sfera di cristallo, ha la risposta pronta: ma tu genitore devi aiutare tuo figlio a ragionare con la sua testa.
Ditemi cose ne pensate, scrivetelo nei commenti e, se volete approfondire questo discorso parliamone in “ Psylife”, la community di chi vuol vivere alla grande.
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Ti saluto con una fantastica frase del grande Mahatma Gandhi che dice:
“ Vivi come se dovessi morire domani e impara come se dovessi vivere per sempre”
Buona vita.
dr. Roberto Ausilio
Psicologo Psicoterapeuta
Studio “Psicologia e Vita”
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