Il capogruppo del Gruppo Misto, Stefano Olimpieri, ha depositato una mozione riguardante la richiesta di concessione della cittadinanza onoraria al “Milite Ignoto”. Di seguito il testo:
Premesso che:
– sono passati ormai quasi cento anni (agosto 1921) da quando il Parlamento italiano rese onore a tutti i caduti della Prima Guerra Mondiale attraverso la istituzione del “Milite Ignoto”, raffigurante la salma di un soldato senza nome che idealmente rappresentava (e rappresenta) tutti coloro che non fecero più ritorno nelle proprie case e dalle proprie famiglie;
– l’idea di onorare un caduto senza identità, oltre ad onorare tutti coloro che non avevano ricevuto neanche la consolazione di una tomba, trovava la sua raffigurazione nel simbolo più elevato per tutti i soldati italiani morti nella Grande Guerra;
– è stato Gabriele D’Annunzio a coniare per quel tempo il neologismo “Milite Ignoto” ed a chiedere che all’interno di quella bara non vi fossero Generali, Comandanti o Alti Graduati, ma vi fosse un semplice Fante: secondo il “poeta-soldato”, dalla figura di un semplice Fante sarebbe dovuto emergere l’immenso sacrificio che fece tutto il popolo, senza distinzione di censo, provenienza e istruzione, tant’è che quella scelta ha rappresentato (e rappresenta) un grande valore simbolico, popolare e patriottico;
– nell’agosto 1921, appena approvata la Legge istitutiva, una Commissione si recò nelle aree dove più cruente furono le battaglie contro gli Austro-Ungarici e vennero individuate undici salme ritrovate tra gli altopiani del Carso, il basso Isonzo, nelle campagne di Gorizia ed lungo le sponde del Piave, il “fiume Sacro”: successivamente le undici bare con all’interno i corpi di altrettanti Fanti italiani vennero trasportate nella Basilica di Aquileia. Il giorno dopo la Commissione dispose che sarebbe dovuta essere una donna originaria di Gradisca d’Isonzo e madre di un disperso irredento a sceglierne una. Una volta effettuata la scelta della bara del “Milite Ignoto”, forgiata con l’alabarda simbolo della città di Trieste, iniziarono a suonare le campane, ad udirsi gli spari a salve dell’artiglieria e le note della Leggenda del Piave suonata dalla Brigata Sassari, simbolo musicale indiscusso della Grande Guerra. Da quel momento iniziava il viaggio di trasferimento verso Roma del “treno dell’eroe”;
– il treno ha toccato centoventi città, tra le quali anche quella di Orvieto, e ad ogni fermata il popolo salutava con entusiasmo, riverenza e compostezza la salma di quel Fante ignoto: essa – idealmente – rappresentava tutti i cinquecento mila caduti italiani nella Prima Guerra mondiale ed attraverso la salma senza nome il popolo italiano onorava non il singolo soldato ma l’intero Esercito italiano, non un singolo individuo ma l’intera nazione. Ed in questo viaggio verso la Capitale d’Italia che un intero popolo si ritrovava, sia nella sofferenza della guerra passata, ma anche nella fierezza della vittoria: in quel soldato ignoto ogni madre piangeva il proprio figlio, ogni orfano il proprio padre, ogni donna il proprio marito. In occasione del novantesimo anniversario, nel 2011, venne replicato il viaggio del “treno dell’eroe”, tant’è che fece tappa di nuovo nella città di Orvieto alla presenza dell’allora Sindaco Antonio Concina;
– il convoglio giunse a Roma il 2 novembre, la salma depositata presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli ed il 4 novembre del 1921 la bara venne tumulata nell’edicola centrale del Vittoriano, accanto alla Dea Roma;
– a distanza di quasi cento anni l’importanza e la forte carica simbolica del “Milite Ignoto” sono straordinariamente attuali: avere elementi simbolici come la salma senza nome di un Fante caduto per ultimare l’unità d’Italia risulta oggi, soprattutto in questo momento storico di scollamento, paure e lacerazioni, un fatto di grande rilevanza e suggestione, nonché un punto di riferimento per rafforzare – ed in parte anche ricostruire – alcuni tratti fondanti e caratterizzanti della nostra comunità nazionale;
– la volontà di concedere la cittadinanza onoraria ad una figura puramente e potentemente simbolica come quella del “Milite Ignoto” non vuole essere solo un omaggio a quanti hanno sacrificato la propria vita durante i conflitti armati che hanno attraversato la storia patria, ma è un atto di profondo riconoscimento anche nei confronti – ai giorni nostri – di chi ha dato e da la propria vita per un interesse superiore, oltre ad essere ancora un forte e radicato punto di riferimento per chi considera il Fante senza nome, unitamente ad altri elementi simbolici come il Tricolore e l’Inno di Mameli, un fondamento del nostro popolo e dell’intera comunità nazionale;
Considerato che:
– la “Cittadinanza Onoraria” rappresenta un attestato di stima e di gratitudine da parte del Comune nei confronti di una personalità che si sia particolarmente distinta nel campo della cultura, dell’impegno civile e politico: conferire la “Cittadinanza Onoraria” al “Milite Ignoto” significa concedere un attestato di stima, di riconoscenza e di gratitudine ad un italiano che ha sacrificato la propria vita per il bene, l’onore e la vittoria dell’Italia;
per quanto sopra esposto, il Consiglio Comunale
IMPEGNA
Il Sindaco e la Giunta a predisporre tutti gli atti per conferire la Cittadinanza Onoraria del Comune di Orvieto al “Milite Ignoto” e di predisporre una targa commemorativa da apporre in un luogo da individuare o presso il Monumento ai Caduti di Piazza Cahen, ovvero presso la sede del Municipio.