Un progetto dell’Alta Tuscia con alta valenza interregionale attende da tempo di esser portato a termine. Si tratta della Strada dei Cahen, costruita a fine ‘800, impraticabile dopo il crollo del ponte sul Paglia che consentiva il collegamento tra le due note residenze dei Cahen: Villa La Selva (più nota come Villa Cahen in comune di Allerona, Umbria) e il Castello di Torre Alfina (in comune di Acquapendente, Lazio).
La strada attraversa un ampio territorio boscato lungo la valle mediana del Paglia caratterizzato dalla presenza dell’Area Naturale Protetta della Selva di Meana in Umbria e dalla Riserva Naturale di Monte Rufeno nel Lazio; ha uno sviluppo in lunghezza di circa 16 km, equamente ripartiti tra il versante destro e sinistro del Paglia. Fu costruita alla fine del 1800 da parte del marchese Edoardo Cahen, che nel contempo ristrutturò il Castello di Torre Alfina e Villa La Selva, ove poi dimorarono rispettivamente i figli Rodolfo e Ugo. In entrambi i siti sono mirabili le opere dei più famosi paesaggisti della Belle Epoque – i francesi Henri e Achille Duchêne – protagonisti nella storia dell’architettura dei giardini del primo novecento in Europa. Si pensi ai giardini tematici di Villa Cahen ed al bosco monumentale del Sasseto sottostante il Castello di Torre Alfina, che contengono elementi di unicità ed assoluta originalità nel panorama nazionale.
Ponte Cahen nei primi decenni del ‘900 (foto concessa da eredi del maggiordomo di Rodolfo Cahen)
La storia del ponte Cahen è strettamente correlata agli eccezionali eventi alluvionali del Paglia: fu distrutto infatti dalla piena del 1937, allorché un rilevante quantitativo di legname proveniente dal piazzale di una segheria posta a monte fu trascinato a ridosso del ponte danneggiandolo in modo irreversibile; per oltre 80 anni alcuni piloni sono rimasti inutilizzati a rammentare quei fatti, sino al 2011 allorché il Comune di Acquapendente, attingendo a finanziamenti regionali, provvide al suo restauro. Furono utilizzati gli stessi piloni di allora, ma sopraelevandoli per motivi di sicurezza idraulica (ciò non fu sufficiente ad evitare la sua distruzione in occasione dell’evento alluvionale di portata eccezionale del Paglia nel novembre 2012, di cui ancora oggi sono visibili i resti; vedi il link: https://www.youtube.com/watch?v=OHp89XVLUdM&t=321s).
Ponte Cahen ristrutturato nel 2011
Nello stesso tempo furono realizzati i lavori di manutenzione straordinaria del tratto di strada che discende da Torre Alfina al fiume, mentre poco dopo sono stati realizzati i lavori impegnativi di ricostruzione del tratto terminale della strada sul versante opposto (ricostruiti cinque piccoli ponti), in Comune di Allerona, grazie ai finanziamenti della Regione Umbria utilizzati dall’Agenzia Forestale Regionale. Dalla fine del 2012 le Amministrazioni comunali contermini si sono prodigate, sino ad oggi invano, per restaurare/ricostruire il ponte Cahen, incontrando notevoli difficoltà burocratiche soprattutto per il carattere interregionale dell’opera e per le diverse competenze istituzionali che la riguardano.
Ponte Cahen distrutto dalla alluvione del novembre 2012
Il ripristino dell’attraversamento sul Paglia potrebbe dar luogo ad un progetto di valorizzazione di un vasto territorio sia dal punto di vista storico-culturale che naturalistico-ambientale, favorendo a sua volta una serie molteplice di iniziative:
– Avrebbe un carattere di rilievo politico teso alla valorizzazione di aree marginali, determinando una nuova centralità a cavallo di Umbria e Lazio ed a confine con la Toscana;
– Favorirebbe una maggiore fruizione delle strutture ricettive e turistico-culturali presenti ed un loro ampliamento (ad esempio, a titolo esemplificativo, la creazione di un circuito dei Duchêne in Europa, la riscoperta della Via Traiana e delle vie consolari di cui alla Cassia antica e moderna, percorsi ad anello che interessino anche la necropoli della Caldane, le Fondi di Tiberio ed il sito archeologico di Coriglia in Comune di Castel Viscardo);
– Costituirebbero una valida alternativa a progetti di sviluppo del territorio già contestati dalle comunità locali, quali ad esempio la geotermia dell’Alfina e lo sbarramento sul Paglia proprio in corrispondenza dei versanti boscati attraversati dalla strada dei Cahen.
È quanto propongono le associazioni firmatarie che seguono lo sviluppo del territorio, per stimolare gli enti competenti – Regioni Umbria e Lazio, Comuni di Allerona, di Acquapendente, e di Castel Viscardo in primis – ad intraprendere ogni azione utile a non lasciare marcire idee progettuali utili per la nostra comunità.
Fonte: Coordinamento Associazioni Orvietano, Tuscia e Lago di Bolsena: Amelia Belli, Associazione Accademia Kronos-sezione di Orvieto, Orvieto; Filippo Belisario, Associazione WWF – sezione di Orvieto, Orvieto; Lucio Riccetti, Associazione Italia Nostra- sezione di Orvieto, Orvieto; Vittorio Fagioli, Comitato Interregionale Salvaguardia Alfina (CISA), Orvieto; Mauro Corba, Associazione Altra Città, Orvieto; Anna Puglisi, Associazione La Renara per l’Eco sviluppo del territorio, Castel Giorgio; Fausto Carotenuto, Comitato Difesa Salute e Territorio di Castel Giorgio, Castel Giorgio; Annalisa Giulietti, Comitato di Castel Giorgio in massa contro la biomassa, C. Giorgio; Donato Borri, Comitato garanzie per la centrale a biomasse a Castel Viscardo, C. Viscardo; Marco Carbonara, Associazione sviluppo sostenibile e salvaguardia Alfina, Acquapendente; Piero Bruni, Associazione lago di Bolsena, Bolsena; Stefano Ronci, Comitato tutela e valorizzazione Valli Chiani e Migliari, Ficulle; Massimo Luciani, Associazione Il Ginepro, Allerona; Riccardo Testa, Associazione il Riccio, Città della Pieve.